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in Rivista Liturgica,
LA THEOTOKOS NEL DIALOGO ECUMENICO
Anno 85, N. 2-3- 1998 marzo – giugno, pp.171-208
«La conoscenza della verità deve essere coniugata con l’eminente dono della carità che è più
prezioso della gnosi, più glorioso della profezia e superiore a tutti gli altri carismi», così ha scritto
Ireneo di Lione[1]. Nella scia di queste scultoree affermazioni si desidera inserire il presente
contributo il cui scopo è solo quello di attirare l’attenzione su alcune (non tutte dunque) linee
teologico-liturgiche che, congiuntamente ad alcuni principi della stessa natura, possano contribuire
al dialogo ecumenico sulla persona di Maria Santissima. Si procederà quindi per parti e in modo
schematico accennando dapprima a «verità liturgiche» circa Maria ovvero alle linee teologicoliturgiche
utili per il dialogo. Successivamente l’attenzione sarà convogliata sui principi basilari,
sempre di natura liturgica, per un proficuo dialogo ecumenico mariano. Infine, non come
conclusione bensì per sottolineare il terreno fecondo per il dialogo, ci si soffermerà su alcune
conseguenze pratico-operative.
1. PER UN PROFICUO DIALOGO ECUMENICO SU MARIA
Mi permetto di avviare il contributo con la sintesi che precede il formulario per celebrare
l’Eucaristia, contenuto nella «Collectio Missarum de Beata Maria Virgine»[2] dal titolo: Sancta
Maria, Mater unitatis[3], che è stato tradotto in italiano: Maria Vergine, Madre dell’Unità[4]. A
questa dicitura si rifà il titolo del presente contributo. Il testo della sintesi viene riportato in lingua
italiana con i rimandi ai testi liturgici del formulario stesso5. Il dettato suona così:
«L’esempio di Cristo che prega il Padre perché “tutti siano una cosa sola” (Vangelo 2, Gv 17,21)
stimola anche noi suoi discepoli ad elevare intense suppliche per l’unità dei cristiani. La Chiesa
cattolica, accesa di zelo per l’unità dei cristiani, ed anzi di tutti gli uomini, prega fervorosamente
Dio affinché, per l'intercessione della beata Vergine, “le varie famiglie dei popoli formino l’unico
popolo della nuova alleanza” (Colletta). La Chiesa è fermamente convinta che la causa dell’unità
dei cristiani è propriamente legata alla funzione della maternità spirituale della beata Vergine Maria
(cf. Leone XIII, Lettera Enciclica Adiutricem populi: AAS 28, 1895-1896, p. 135). Paolo VI chiama
spesso la beata Vergine “Madre dell’unità” (cf. Insegnamenti di Paolo VI, III, p. 69). Questa messa
celebra Dio come “sorgente dell’unità e origine della concordia” (cf. Colletta); onora l’unico
mediatore tra Dio e gli uomini, Cristo Gesù (cf. Prima Lettura, 1Tm 2,5), il quale, la vigilia della
sua passione, pregò il Padre per i suoi discepoli perché fossero perfetti nell’unità (cf. Vangelo 2, Gv
17,20-26); ricorda anche la beata Vergine che prese parte con un ruolo di prim’ordine ad alcuni
eventi salvifici riguardanti “il mistero dell’unità”; - il mistero dell’incarnazione, quando nel suo
“grembo purissimo” il Verbo di Dio unì con un vincolo indissolubile “alla natura divina la natura
umana”. (Orazione sulle offerte); - la maternità verginale, quando il Figlio di Dio “si scelse una
Madre che non ha conosciuto corruzione nel corpo e nel cuore” (Prefazio), che fosse immagine
dell’unica e indivisa Chiesa sposa (cf. Prefazio); - la passione di Cristo, quando Gesù, “innalzato da
terra, alla presenza della Vergine Madre, radunò i figli (di Dio) dispersi” (Prefazio); - l’effusione
dello Spirito Santo, quando Gesù, ritornato al Padre, inviò “lo Spirito di unità e di concordia, di
riconciliazione e di perdono” sugli Apostoli raccolti in preghiera con Maria (Prefazio; cf. Antifona
d’ingresso 2)».
Dal formulario liturgico (= lex orandi) emerge un insieme di verità (= lex credendi) che è fecondo
per la convivenza dei credenti in Cristo e per la loro comunione di vita (= lex vivendi). Per non
dilungare la trattazione fermo l’attenzione su quattro fulcri attorno ai quali si muovono non pochi
2
elementi basilari per un proficuo dialogo ecumenico su Maria. Di ogni fulcro si dirà quasi in modo
schematico, tanto più che ognuno è interdipendente e tutti gravitanti nell’ambito teologico-liturgico.
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