domenica 28 maggio 2017

N.E. - GESÙ E LA MADRE/DONNA: “Quale rapporto tra me e te, o donna?”

".....risveglio potente dello spirito, risveglio aiutato da questi nuovi evangelizzatori non soltanto del Cristo ma della Madre di Dio. Alzeranno lo stendardo di Maria. Porteranno a Maria. E Maria, che già una volta fu causa e fonte, indiretta ma sempre potente, della redenzione dell'uomo, lo sarà ancora...."


Riflessione di Max Thurian:
«La presenza della “Madre di Gesù” a Cana, dove Gesù - nel Vangelo di Giovanni - compie il suo primo segno, non è senza significato e senza importanza.
In quel Vangelo Maria riapparirà soltanto in un altro momento fondamentale, sul Calvario, ai piedi della Croce quando sarà “giunta l’ora” decisiva della morte del Messia. Nell’un caso e nell’altro l’evangelista le dà il titolo di “madre di Gesù” (o ”sua madre”; quattro volte a Cana, quattro volte sul Calvario). Sembra che l’evangelista voglia far notare, lungo il corso dell’azione, un cambiamento di Maria nel rapporto con il Cristo: ha svolto il suo compito di madre di Dio, compito che ora ha termine con l’inizio del ministero di Gesù. 

A Cana Cristo si rivolge a lei non chiamandola “madre” ma donna; la risposta di Maria : "Fate quello che Lui vi dirà" segna l'inizio del ministero pubblico di Gesù e la nuova missione di (non piu' di madre di Gesù) ma di Madre della chiesa per Maria. Nell‘invitare i servi ad ascoltare la parola del Cristo e obbedire ai suoi ordini abbandonandosi a Lui, la madre umana che aveva autorità sul Figlio diventa Madre spirituale che partorisce alla fede e all’obbedienza i servi del Maestro e di Maria, precedendo i servi e i discepoli sulla via della fede e dell’obbedienza, già partecipa qui alla maternità spirituale della Chiesa che, per la Parola del Cristo, genera figli al Padre celeste facendoli nascere alla fede e all‘obbedienza. 

Sarà esattamente la stessa cosa quando dall’alto della Croce, con un parallelismo anche troppo evidente per non essere significativo, Gesù le rivolgerà la parola: “Donna, ecco il tuo figlio”». Si direbbe che Gesù voglia indicare che il tempo delle relazioni familiari umane si è compiuto: non può più essere considerato soltanto il figlio umano di Maria e la Vergine non svolge più solo il suo compito di madre umana di Dio.

 Il tempo della Theotokos è terminato; giunge quello della Chiesa-Sposa, che sarà veramente tale per il Figlio di Dio. Maria passa dalla sua funzione di “madre di Gesù” a quella di “donna” nella Chiesa. La Madre di Dio diventa la donna madre spirituale della Chiesa. 

“La Chiesa non è un manufatto finito, ma seme vivente di Dio che vuole svilupparsi e arrivare a maturazione. Per questa essa ha bisogno del mistero mariano, anzi è essa stessa mistero di Maria. Può esserci nella Chiesa fecondità solo se si sottomette a questo segno, solo cioè se diventa terra santa per la Parola. Dobbiamo accettare il simbolo del suolo fertile, dobbiamo diventare nuovamente uomini e donne che aspettano, raccolti all’interno, persone che nella profondità della preghiera, dell’anelito della fede danno spazio alla crescita” (Ratzinger, Maria Chiesa nascente, S. Paolo, p. 8). 

PAOLO VI, alla fine dell’Es. Ap. Marialis Cultus (n.57), commentando le parole di Maria ai servi, trova un altro motivo per collegare Maria alla Chiesa: «Sigillo della nostra Esortazione e ulteriore argomento del valore pastorale della devozione alla Vergine nel condurre gli uomini a Cristo, siano le parole stesse che Ella rivolse ai servitori delle nozze di Cana: “Fate quello che Egli vi dirà ” (Gv 2,5); parole, in apparenza (specie tantum), limitate al desiderio di porre rimedio a un disagio conviviale, ma, nella prospettiva del quarto Evangelo, sono come una voce in cui sembra riecheggiare la formula usata dal Popolo di Israele per sancire l’Alleanza sinaitica (cfr. Es. 19, 8; 24, 3.7; Deut. 5, 27), o per rinnovarne gli impegni (cfr. Ios. 24, 24; Esd. 10, 12; Neh. 5, 12), e sono anche una voce che mirabilmente si accorda con quella del Padre nella teofania del monte Tabor: “Ascoltatelo!” (Mt. 17,5)». 

 Evangelii Gaudium 288:
 «Maria sa riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ed anche in quelli che sembrano impercettibili (perchè ripiena di Spirito Santo). È contemplativa del mistero di Dio nel mondo, ma è anche la donna orante e lavoratrice a Nazaret, ed è anche nostra Signora della premura, colei che parte dal suo villaggio per aiutare gli altri «senza indugio» (Lc 1,39).

 Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di lei un modello ecclesiale per l’evangelizzazione» (testo p. 146). 

In che modo dunque Maria a Cana rappresenta il modello della Chiesa per la nuova Evangelizzazione? 

1. Maria, modello di santità, ha all’origine della sua maternità l’ASCOLTO della Parola e la sua completa adesione alla volontà divina, poichè rinunciò al suo io per assumere il volere di Dio. 

2. Maria specchio di Dio poichè ripiena di Spirito Santo chiede “CONVERSIONE” verso Cristo: la madre come il padre.

3. Maria alla luce della Parola e ripiena di Spirito Santo sa LEGGERE la realtà e RILEVARE la necessità.

 4. Maria inizia a Cana la sua maternità spirituale: rivolgendosi ai “diaconi” perché ascoltino e obbediscano al Figlio, Maria, cioè, CONDUCE a Gesù ed è Gesù che, in risposta all’ascolto obbediente, introduce nella gioia messianica. 

giovedì 25 maggio 2017

La nuova evangelizzazione

QUESTI NUOVI EVANGELIZZATORI EVANGELIZZARANNO MARIA (23 ottobre 1947).

".....risveglio potente dello spirito, risveglio aiutato da questi nuovi evangelizzatori non soltanto del Cristo ma della Madre di Dio. Alzeranno lo stendardo di Maria. Porteranno a Maria. E Maria, che già una volta fu causa e fonte, indiretta ma sempre potente, della redenzione dell'uomo, lo sarà ancora...."

Dice Gesù: "Per avere avuto da 20 secoli tutto quanto è necessario perché l'uomo possa possedere il Regno eterno e raggiungere il fine per cui fu creato, non vi sarà una seconda redenzione da parte dell'Uomo-Dio. L'uomo, che per debolezza perda la Grazia, ha i mezzi per riacquistarla e redimersi. Come da se cade, così da se può redimersi, usando i doni perpetui che Cristo ha istituiti per tutti gli uomini che vogliano attingervi. E non verrà per una seconda Evangelizzazione, il Verbo del Padre. Non verrà personalmente. Eppure evangelizzerà.

Susciterà nuovi evangelizzatori che evangelizzeranno il suo Nome. Evangelizzeranno in una forma nuova, consona ai tempi, forma nuova che sostanzialmente non cambierà il Vangelo eterno, né la grande Rivelazione, ma la amplierà, completerà e renderà comprensibile e accettabile anche a coloro che, a causa del loro ateismo o della loro incredulità sui Novissimi e su molte altre verità rivelate, adducono la ragione che "non possono credere cose che non comprendono, né amare essi di cui si conosce troppo poco, e quel poco è tale da spaurire e sconfortare in luogo di attirare e incoraggiare".
Nuovi evangelizzatori. In verità ci sono già, anche se il mondo in parte li ignora e in parte li osteggia. Ma saranno sempre più numerosi, e il mondo, dopo averli ignorati, o scherniti, od osteggiati, quando il terrore prenderà gli stolti che ora deridono i nuovi evangelizzatori, si volgerà a loro perchè siano forza, speranza, luce nelle tenebre, nell'orrore, nella tempesta della persecuzione degli anticristi in atto. Perché se è vero che prima della fine dei tempi sorgeranno sempre più dei falsi profeti servi dell'Anticristo, altrettanto è vero che il Cristo Signore opporrà ad essi sempre più numerosi suoi servi, suscitando novelli apostoli là dove meno lo si crede.
E dato che l'infinita Misericordia, per pietà dei miseri uomini travolti dalla bufera di sangue, di fuoco, di persecuzione, di morte, farà risplendere sul mare di sangue e d'orrore la pura Stella del Mare, Maria, che sarà la precorritrice del Cristo nella sua ultima venuta, questi nuovi evangelizzatori evangelizzeranno Maria, in verità troppo lasciata in ombra dagli Evangelisti e dagli Apostoli e Discepoli tutti, mentre una più vasta conoscenza di Lei avrebbe ammaestrato tanti, impedendo tante cadute. Perchè Ella è Corredentrice e Maestra.
Maestra di vita pura, umile, fedele, prudente, pietosa, pia, nella casa e tra le genti del suo tempo. Maestra sempre, nei secoli, degna d'esser tanto più conosciuta  più il mondo scende verso il fango e la tenebra, per esser tanto più imitata onde riportare il mondo verso ciò che non è tenebra e fango. I tempi che avanzano saranno tempi di guerra non solo materiale, ma soprattutto di guerra tra materialità e spirito.

L'Anticristo  cercherà di trascinare le creature razionali verso il pantano di una vita bestiale. Il Cristo cercherà di impedire questo rinnegamento, non solo della religione ma persino della ragione, aprendo orizzonti nuovi e vie illuminate di luci spirituali, suscitando, in chiunque apertamente   non lo respinga, un risveglio potente dello spirito, risveglio aiutato da questi nuovi evangelizzatori non soltanto del Cristo ma della Madre di Dio. Alzeranno lo stendardo di Maria. Porteranno a Maria. E Maria, che già una volta fu causa e fonte, indiretta ma sempre potente, della redenzione dell'uomo, lo sarà ancora. Perchè Ella è la Santa Avversaria del perfido Avversario, e il suo calcagno è destinato a schiacciare in perpetuo l'infernale dragone, come la Sapienza, che ha fatto in Lei sede, è destinata a vincere le eresie che corrompono anime ed intelletti.

In quel tempo, che è inevitabile che venga, in cui le tenebre lotteranno con la luce, la bestialità con lo spirito, la satanicità con i superstiti figli di Dio, Babilonia con  la Gerusalemme celeste, e le lussurie di Babilonia, le triplici lussurie, strariperanno come acque fetide e incontenibili, infiltrandosi per ogni dove, sin nella Casa di Dio, come già fu e come è detto che dovrà di nuovo essere, in quel tempo di separazione aperta tra i figli di Dio e di Satana, in cui i figli di Dio avranno raggiunto una potenza di spirito sin ora mai raggiunta, e quelli di Satana una potenza di male talmente vasta che nessuna mente può immaginarla quale sarà realmente, verrà la nuova evangelizzazione, la piena nuova evangelizzazione, che per ora ha i primi avversati risvegli.
Ed essa opererà grandi miracoli di conversione e di perfezione. E grandi conati d'odio satanico, contro Cristo e la Donna. Ma ambedue non potranno essere raggiunti dai loro nemici. Non sarebbe conveniente nè utile che lo fossero. Non si può recare offesa suprema a Dio colpendo i Due a Lui più cari: il Figlio, la Madre, che già, nel loro tempo, tutte le più odiose e dolorose offese subirono, ma che ora, già glorificati da secoli, non potrebbero, senza immediato orrendo castigo divino sugli offensori, venire offesi.
Per questo, con mezzi nuovi, sarà al giusto modo e momento operata l'estrema evangelizzazione, e coloro che sono ansiosi di Luce e di Vita le avranno, piene, perfette, date con un mezzo noto solo ai due Donatori, da Gesù e Maria. Soltanto chi avrà eletto per sé tenebra e fango, eresia e odio a Dio e a Maria, ossia i già morti prima d'esser morti, gli spiriti putridi, gli spiriti venduti a Satana e ai suoi servi, ossia i precursori dell'Anticristo ed esso stesso, avranno tenebre e fango e tormento e odio eterno, come è giusto che sia, quando Colui che deve venire verrà".

Dice Gesù: "È detto, e da parola divina parlante ai Profeti, e dalla divina incarnata Parola del Padre parlante ai suoi eletti, che"grandi abominazioni quale la gelosia, e orribili abominazioni quale l'adorazione a idoli umani (e la scienza priva di sapienza ne è uno) e perversione con l'adorazione a ciò che non è da venerarsi" verranno nel Tempio (Ezechiele c.8° v. 1-17), e che"dopo che sarà ucciso il Cristo e non sarà più suo il  popolo che lo rinnegherà, la città e il santuario saranno distrutti da un popolo che verrà, il cui scopo sarà la devastazione, e finita essa verrà la desolazione decretata...e verranno meno le ostie e i sacrifici, e nel tempio sarà l'abominazione della desolazione, che durerà sino alla fine" (Daniele c.9 v.26-27); e ancora, a conferma diretta, da parte della Parola, alle parole dei suoi annunciatori, i profeti:"Quando vedrete l'abominio della desolazione nel luogo santo,...allora la tribolazione sarà grande, quale non fu dal principio dei secoli...e dopo la tribolazione...vedranno il Figlio dell'Uomo" (Matteo c.24 v.15,21,29 e 30). E la carità che si raffredderà in troppi cuori sarà uno dei segni precursori della fine (Mat. c.24 v.12).

È detto. E verrà. Aprite gli occhi spirituali, per leggere le predizioni del Cielo! Se li aprirete, leggerete la verità, e vedrete quali sono i veri segni della fine, e come essa sia già in atto. Per Colui che è eterno, un secolo è men di un minuto. Quindi non è detto che sia domani. Ma se ancor lungo sarà il cammino perchè tutto sia compiuto, le cose che già avvengono vi dicono che già si è iniziato il processo finale. Le grandi abominazioni: la gelosia dove dovrebbe essere solo carità fraterna, l'eccesso di amore alla scienza umana dove dovrebbe essere solo amore fedele alla Sapienza fonte della Rivelazione, compromessi tra ciò che dà utile terreno e ciò che da utile soprannaturale per avere l'utile immediato, il Cristo ucciso in troppe anime, troppo suo popolo divenuto rinnegatore del suo Salvatore. Queste le cose preparatorie.
Poi "il popolo che verrà", con lo scopo di devastare. Un altro profeta disse "Quando il popolo del settentrione...Un gran tumulto dalle terre del settentrione...Ecco venire dal settentrione..." (Geremia c.6 v.22, c.10 v.22, c.50 v.41). L'una e l'altra predizione sono tanto chiare che basta alzare gli occhi e saper vedere, e voler vedere, per capire.
E che devasterà? Oh! non solo gli edifici ed i paesi. Ma soprattutto la fede, la morale, le anime. E non tutte le anime devastate saranno anime comuni. E i sacrifici e le ostie verran meno non potendosi più avere la libertà di culto, e temendo, in molti, d'esser presi per questo. Già, pur non essendo ancora in atto la devastazione e la persecuzione, molti rinnegano la via già scelta, perché l'abominio si spande come perfida gramigna, e la carità si raffredda mentre sorgono i falsi profeti di cui parla il Cristo nel capo 24 di Matteo e Paolo nel c. II della II epistola ai Tessalonicesi.

mercoledì 17 maggio 2017

Il Cuore Immacolato di Maria (art. tratto dalla rivista Madre di Dio)

Messaggio (Medjugorje) del 2 maggio 2016: Cari figli il mio Cuore materno desidera la vostra sincera conversione e che abbiate una fede salda, affinch� possiate diffondere amore e pace a tutti coloro che vi circondano. Ma, figli miei, non dimenticate: ognuno di voi dinanzi al Padre Celeste � un mondo unico! Perci� permettete che l�azione incessante dello Spirito Santo abbia effetto su di voi. Siate miei figli spiritualmente puri. Nella spiritualit� � la bellezza: tutto ci� che � spirituale � vivo e molto bello. Non dimenticate che nell�Eucaristia, che � il cuore della fede, mio Figlio � sempre con voi. Egli viene a voi e con voi spezza il pane perch�, figli miei, per voi � morto, � risorto e viene nuovamente. Queste mie parole vi sono note perch� esse sono la verit�, e la verit� non cambia: solo che molti miei figli l�hanno dimenticata. Figli miei, le mie parole non sono n� vecchie n� nuove, sono eterne. Perci� invito voi, miei figli, a osservare bene i segni dei tempi, a �raccogliere le croci frantumate� e ad essere apostoli della Rivelazione. Vi ringrazio. 

La devozione al Cuore di Maria richiede purezza d'animo ed è fonte inesauribile di vita interiore.

Nella Bibbia il cuore esprime il compendio di tutta la vita interiore dell'uomo, per cui spesso Dio si rivolge al cuore per agire in profondità su tutta la persona; e quando, con il profeta Ezechiele, promette di dare un cuore nuovo, indica una totale conversione a lui, da parte del suo popolo che si era completamente sbandato. 

Perciò, parlare del cuore di Maria significa penetrare in tutta la sua interiorità, nel suo rapporto con Dio e con gli uomini. La frase ripetuta da Luca, che Maria "custodiva tutto nel suo cuore" [cfr. Lc 2, 51] fa diretta menzione del cuore della Vergine; ma è solo un avvio iniziale di tutto uno sviluppo che è andato crescendo lungo i secoli e che è esploso soprattutto negli ultimi tempi. 

La riflessione patristica sul cuore di Maria ha insistito, specie con Agostino, nel vedere in esso "lo scrigno di tutti i misteri", in particolare del mistero dell'Incarnazione, giungendo all'affermazione che "Maria ha concepito nel cuore prima che nel grembo". Sempre più nel Medioevo si è sviluppata la devozione al cuore di Maria che più tardi, con San Giovanni Eudes [+ 1680], acquisterà una rigorosa spiegazione teologica e riceverà ufficialmente un culto liturgico. 

Da qui ebbero impulso gli sviluppi più recenti, che possiamo individuare in tre avvenimenti: 

1 Nel 1830, quando la Vergine apparve a Santa Caterina Labouré, chiedendole di far coniare quella "medaglia miracolosa" che si diffuse in tutto mondo in milioni di esemplari, fece riprodurre nel retro i due cuori di Gesù e di Maria, abbinandoli nella devozione dei fedeli. 

2 Un secondo avvenimento significativo fu la ripercussione in campo mariano che si ebbe quando, a cavallo tra i secoli XIX e XX, Leone XIII consacrò il mondo al Sacro Cuore di Gesù. Si pensava già allora che fosse maturo il tempo per procedere anche alla consacrazione al Cuore di Maria, dal momento che il Signore ha voluto associare la Vergine Madre a tutta l'opera di Salvezza. [Non si arrivò a questa realizzazione, ma si ottenne ugualmente un impulso alla devozione al Cuore di Maria e agli studi su tale devozione]. 

3 Non c'è dubbio che lo sviluppo maggiore si ebbe con le Apparizioni della Madonna a Fatima, nel 1917. Si può anzi dire che, come per la devozione al Sacro Cuore di Gesù furono di grande sprone le Apparizioni del Signore a Santa Margherita Maria Alacoque, così le Apparizioni ai tre Pastorelli di Fatima diedero un impulso decisivo alla devozione al Cuore di Maria. Da notare che già dal 1854, ossia dalla proclamazione del dogma dell'Immacolata Concezione, si incominciò a diffondere l'espressione "Cuore Immacolato di Maria": cioè, "Cuore dell'Immacolata". E proprio a Fatima, nell'Apparizione del 13 Giugno 1917, la Vergine disse: "Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato". Quindi chiese che al suo Cuore Immacolato venisse consacrata la Russia. 

"Beati i puri di cuore" 

Qual è il valore di questa devozione, diretta soprattutto a invocare l'intercessione di Maria su di noi? Nella storia delle Scuole di Spiritualità, la devozione al Cuore di Maria si è dimostrata una fonte inesauribile di vita interiore, poiché da una parte il Cuore della Vergine comprende tutto il suo mistero di grazia e di amore per Dio e per l'umanità, dall'altra non possiamo passare sotto silenzio quei richiami con i quali la Vergine stessa ha voluto indicarci questa specifica devozione: basti pensare a Fatima. 

Allora, guardando al Cuore Immacolato di Maria, non c'è solo un'attrattiva che spinge alla fiducia; ci deve essere anche una disponibilità all'imitazione, ad aprirsi a Dio con tutto il cuore, a seguire gli ammonimenti materni di Maria. Del resto, un'autentica devozione al Cuore Immacolato di Maria richiede purezza di cuore, secondo l'insegnamento delle Beatitudini evangeliche: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio!" [Mt 5, 8]. 

Gabriele Amorth

domenica 14 maggio 2017

Torre della santa città di Davide


"La Città di Davide, fortificata con solide torri

- è scritto nel 1 Libro dei Maccabei (1, 33.34) -, divenne una fortezza inespugnabile";
da qui l'immagine di "torre (della santa Città) di Davide" riferita alla Vergine. "Turris fortitudinis a facie inimici", "Torre salda davanti all'avversario" (Sal 60, 4): di fronte agli assalti dell'antico Avversario, il Diavolo nemico di Dio, e di fronte ai nemici della Chiesa di ogni razza e in ogni tempo.
Anche per questo, nelle Antifone della Beata Vergine Maria, la Chiesa a lei canta: "Sub tuum praesidium confugimus.."; e la invoca: "O benigna, o Regina, o Maria! Quae sola inviolata permansisti".

lunedì 1 maggio 2017

LA POTENZA DEL SANTO ROSARIO


"Ciò che il Cielo ci ha rivelato sul valore del S. Rosario" 



"Vi esorto a rileggere e a meditare il messaggio che la Madonna rivolse parlando a noi della potenza ed efficacia che il Santo Rosario ha sempre sul Cuore di Dio e su quello Figlio suo. Ecco perché la Madonna stessa nelle sue apparizioni prende parte alla recita del Rosario, come nella grotta di Lourdes con S. Bernardetta e a Fatima con me, Francesco e Giacinta. E quando il rosario scorre nelle vostre mani gli angeli e i santi si uniscono a voi. Mai come oggi, il mondo ha bisogno del vostro rosario. Ricordate che sulla terra vi sono coscienze prive della luce della fede, peccatori da convertire, atei da strappare a satana, infelici da soccorrere, giovani disoccupati, famiglie nel bivio morale, anime da strappare all’inferno. E’ stato tante volte, la recita di un solo Rosario a placare lo sdegno della divina giustizia, ottenendo sul mondo la Misericordia divina e la salvezza di tante anime. Solo così affretterete l’ora del trionfo del Cuore Immacolato della Madonna sul mondo". 

Da quando la Vergine SS. ha dato grande efficacia al rosario, non c’è problema materiale, né spirituale, nazionale o internazionale che non si possa risolvere con il S. Rosario e con i nostri sacrifici.”

Suor Lucia di Fatima “Bisogna dare più spazio al Rosario. Col Rosario è possibile vincere tutti gli ostacoli che Satana in questo momento vuole creare alla Chiesa cattolica. Tutti i sacerdoti in particolare devono recitare il Rosario. Il Rosario deve essere recitato col cuore e con gioia; non deve essere solo un dovere da sbrigare frettolosamente.” 


25 giugno 1985 e 12 giugno 1986, messaggi della Madonna a Medjugorje “Recitate il Rosario. Figlia mia eccoti il Rosario. Tutti coloro che lo reciteranno avranno da Me molte grazie. Esso è un forte legame che vi unisce al mio Cuore. Esso glorifica il Signore, Re del cielo e della terra. Un rosario detto con devozione è un richiamo per qualsiasi intercessione, è la contemplazione dei misteri della fede.. il Padre nostro.. è la preghiera di unione.. la preghiera del Signore.. la preghiera di glorificazione dalla SS. Trinità con la recita del Gloria al Padre.. dì ai miei figli di recitare il S. Rosario anello di fede e di luce e legame di unione, di gloria, di beatitudine.. ecco o figli al corona del Rosario! Chi la reciterà avrà da me tante grazie!.. è una grande unione con il mio Cuore di Madre celeste che glorifica il signore Re del cielo e dell’universo! Riferisci a tutti che mi amino per riparare la moltitudine delle offese fatte al mio Divin Figlio Gesù Cristo.”

Apparizioni della Vergine ad Akita “Gesù e Io vogliamo salvare il mondo; ma occorre che i cristiani preghino molto, particolar-mente recitando il Rosario e la Coroncina alla Divina Misericordia. In ogni chiesa si deve recitare il Rosario insieme col sacerdote dopo la Messa. Con la recita del Rosario, Satana sarà sconfitto. Recitate ogni giorno il Rosario per la conversione dei peccatori.”

La SS. Vergine alle Tre Fontane “Desidero che si continui a recitare il Rosario… Pregate, pregate tanto, almeno 3 ore al giorno, recitate molti Rosari.. recitate il Rosario , pregate con il cuore fervoroso. Il Signore ha toccato molti cuori e li ha infiammati con l’amore del suo Cuore, ha confortato molti sconsolati, ha portato la pace in molte famiglie, in molti cuori. Ha fatto capire a tanti quanto sia stupenda e meravigliosa la preghiera, quanto è efficace la recita del Rosario.”

La Madonna a Belpasso “Figliolini miei, vi consegno il mio Rosario, Catena d’oro che vi tiene stretti al mio Cuore: pregate, pregate col Rosario, tenetelo stretto, recitatelo con fede, col cuore. Sarà la salvezza dell’umanità! Questa sarà il segno che voi siete miei! Egli satana lo teme tanto, e fa di tutto per perdere le anime. Però, io, la vostra Mamma faccio di tutto per salvarle, perché questa è la volontà del Signore. Ma Io ho bisogno del vostro aiuto. Pregate, fate sacrifici e penitenza. Amatevi, amatevi come Io vi amo, solo così le anime si salveranno.”

La Madonna a Marie-Claire Mukangango - apparizioni di Kibeho “Il Rosario è un dono meraviglioso della Madonna all’umanità, questa preghiera è la sintesi della nostra fede, il sostegno della nostra speranza, l’esplosione della nostra carità.. è un Arma potente per mettere in fuga il demonio, per superare le tentazioni, per vincere il Cuore di Dio, per ottenere grazie dalla Madonna. Amate e fate amare la Madonna. Pregate e fate pregare il Rosario. Questo è il mio testamento spirituale”.


Padre Pio “Parla del Rosario di mia Madre Benedetta, parla alle anime dei grandi mezzi di salvezza Eucaristia e Rosario. 

Figlia mia io sono la Vergine del Rosario: gioisco quando vedo che tu ne consigli la recita , almeno di una terza parte per onorarmi. Continua a farlo è devozione di salvezza.. avvolgi in questo mio Rosario, coloro che ami e che sono tuoi.. parla alle anime dell’Eucarestia, parla loro del Rosario, di’ che in grazia si cibino del Corpo di Cristo e dell’alimento della preghiera del Rosario… se verranno al Tabernacolo con le dovute disposizioni, cuore puro ed assetato d’amore e reciteranno il Rosario, o la terza parte, tutti i giorni, non occorrerà altro per allontanare la giustizia di Dio.. il Rosario, il Tabernacolo, e le mie vittime sono sufficienti perché al mondo siano dati il perdono e la pace.”

Gesù e Maria ad Alexandrina M. da Costa Don Bosco nei suoi sogni rivelatori vide : “ Una regione selvaggia e sconosciuta, degli uomini alti, di aspetto feroce, che combattevano fra di loro. Andavano incontro ad essi per convertirli, missionari di vari ordini con il crocifisso in mano, ma tutti venivano uccisi. Poi vide avanzare missionari, preceduti da gruppi di giovani. Don Bosco riconobbe i suoi salesiani, e cominciò a temere per la loro sorte. E intanto, notò, che i selvaggi davanti ad essi si fermarono, diventavano pacifici, deponevano le armi e li accoglievano con molta amicizia. Don Bosco vide che i suoi missionari avanzavano con il Rosario in mano.

Altre informazioni sul Rosario


Il Santo Rosario

Si racconta che San Domenico, duran­te i lunghi anni spesi nel Mezzogiorno della Francia per ricondurre alla fede la gente caduta nell'eresia degli Albigesi, ve­dendo scarsi i frutti del suo lavoro, si ri­volse sfiduciato alla Madonna. La potente Regina del Cielo, ascoltò le sue preghiere e, come pegno di sicura vittoria, gli diede la corona del Rosario: - È questa l'arma che verrà a dissipare l'eresia, a promuove­re la virtù, ad implorare la misericordia di Dio. Prendi questa corona, predica i suoi misteri di gaudio, di dolore e di glo­ria e rinnoverai la faccia della terra. I fi­gli di San Domenico ancora oggi portano, pendente al fianco, la corona del Rosario.Al Rosario fu, unanimemente, attri­buita la vittoria che nel 1571 liberò la cri­stianità dal pericolo turco a Lepanto, il 7 ottobre (giorno dedicato in seguito alla festa della Madonna del Rosario). Scrisse­ro i veneziani: «Non le armi, non la forza, non i condottieri, ma la Madonna del Ro­sario ci fece vincitori».L'importanza del Rosario per la fede cristiana appare anche dal fatto che nelle due più importanti apparizioni del nostro tempo, a Lourdes e a Fàtima, la Madonna si è fatta vedere col Rosario ed ha inculca­to di recitare il Rosario tutti i giorni.

Il nome del Rosario

Narra una leggenda che ai tempi di San Domenico viveva un pastorello. Ama­tissimo della corona di Ave, Pater, Gloria, divulgata dal santo, non passava giorno senza che lo recitasse per intero.Essendo pastore, la sua preghiera era spesso distratta dalla necessità di ricorre­re a raccogliere le pecore. Perciò, per aiu­tarsi a tenere a mente le preghiere dette, ricorse ad un ingegnoso espediente. Prese un tralcio di vite, lo fece in pezzettini, li traforò per il midollo, li infilò a dieci a die­ci e, unite le estremità, ne formò una spe­ce di corona e se ne serviva per contare le Ave Maria.Al tramonto, raccolse il gregge e, ap­pesa la corona ad un albero per riprender­la il giorno seguente, se ne tornò a casa. All'indomani, tornato sul luogo, per riprendere la corona, con grande meravi­glia al suo posto trovò una corona di bel­lissime rose bianche, intercalate ad ogni decina da una rosa rossa, tutte di una fra­granza straordinaria. Quasi fuor di sé dall'emozione, prese la corona e corse a farla vedere ai genito­ri, che la portarono al parroco. Questi comprese il prodigio e predicò al popolo l'accaduto, esortando a recitare la coro­na, che da allora si chiamò corona del Santo Rosario.

Salve Regina

La grande devozione alla Madonna, lasciata da San Domenico ai suoi frati, ri­sulta anche in questo brano della Vitae Fratrum. Fra Giordano di santa memoria, che fu il secondo Maestro Generale, ha lascia­to scritto in un suo libretto sulle origini dell'Ordine, che un santo uomo degno di fede gli aveva riferito di aver visto fre­quentemente, mentre i frati cantavano: Eja ergo advocata nostra (Orsù dunque, avvocata nostra), la beata Vergine ingi­nocchiarsi davanti al Figlio e supplicarlo devotamente per la diffusione e conserva­zione dell'Ordine. Ma anche una devota donna di Marsi­glia, di origine e di nome Lombarda, una sera, partecipando alla "compieta" dei frati, fu presa da tale fervore, che all'ini­zio della Salve Regina fu rapita in ispirito e vide quattro cose meravigliose, meri­tevoli di essere da noi rispettosamente ri­cordate. Vide la Regina della Misericordia che quando i frati dicevano: Spes nostra salve (Salve, o nostra speranza), li salutava dol­cemente; quando dicevano: eja ergo, ad­vocata nostra (orsù dunque, nostra avvo­cata), si inginocchiava davanti al Figlio e pregava per i frati; e quando soggiunge­vano: illos tuos misericordes oculos ad nos converte (rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi, la vide lieta guardarli con occhio amoroso. Quando infine cantava­no: Et Jesum, benedictum fractum ven­tris tui nobis post hoc exilium ostende (E mostraci dopo questo esilio, Gesù, il frut­to benedetto del tuo seno), la vide con in braccio il Figlio ancora in tenera età, mo­strarlo a tutti e a ciascuno dei frati con molta gioia.

domenica 23 aprile 2017

La Madre della Misericordia


Sarebbe stata la S. Vergine Maria a chiamarsi «mater misericordiae» quando apparve intorno all’anno 950 ad un monaco di Cluny, secondo il racconto che ne fa il biografo il Odone di Cluny (1042), il quale aveva l’abitudine di chiamare la Madonna con lo stesso titolo che passò poi nelle litanie lauretane e modificò il testo primitivo della Salve Regina misericordiae, che divenne Salve Regina mater misericordiae[1].
       In quel secolo chiamato pessimum risplende per contrapposizione una grande devozione alla Virgo splendidissima, alla quale il peccatore consapevole di meritare l’eterno supplizio si rivolge con la fiducia di ottenere perdono e misericordia da Dio, perché convinto che, essendo Maria madre di Cristo, uomo-Dio, da Lei scaturisce la salvezza.
       Maria é riconosciuta madre di misericordia fin d’allora, perché fin dall’ora era chiara la verità dell’intima connessione della maternità divina ed ecclesiale della Vergine. La misericordia é una qualità dell’amore materno. Il figlio era stato da lei generato perché fosse la misericordia dell’umanità; e Maria diffonde questa misericordia con l’amore di Madre estendendola di generazione in generazione, secondo il disegno del Padre che l’aveva associata intimamente al mistero del Cristo e della Chiesa[2]. Da qui l’origine di tante raffigurazioni di Maria che evocano con profondo senso religioso la materna protezione di Lei, proprio come madre di misericordia; la Madonna raffigurata con il manto sotto il quale si rifugia il popolo cristiano: Sub tuum praesidium confugimus sancta Dei genetrix. «Qui il senso della maternità si estende a Cristo totale. La prima funzione della madre é infatti proteggere. A tale tipo si riferiscono tutte le Madonne invocate sotto il titolo di Mater spei, refugium peccatorum, consolatrix afflictorum, ecc.»[3].

       Dalla stessa verità é scaturita lungo i secoli una sempre più crescente devozione mariana, che si é espressa nella liturgia soprattutto orientale, negli scritti teologici, nelle arti figurative, nella letteratura, nella pietà popolare dove più altrove ritroviamo le suppliche a Maria «come madre di misericordia per la salvezza personale e per il benessere pubblico»[4]. In questa prospettiva salvifica, fondata sulla fede nella Theotókos, che porta alla relazione, unica e irripetibile, che la Vergine ha con la persona del Verbo, fatto carne per salvarci, la maternità divina viene sempre meglio compresa e spiegata come fonte di grazie e di misericordia.
       Oggi lo Spirito di Dio chiama la Chiesa ad evangelizzare l’uomo, perché l’uomo sia persona e si senta redento nella sua dignità ad opera di Cristo (Giovanni Paolo II, Enc. Redemtor hominis 1979). Questo Spirito che é il Signore e da la vita indefettibile all’uomo (Dominum et vivificantem, Enc. di Giovanni Paolo II 1980) è anche, anzi essenzialmente, misericordia di Dio (Dives in misericordia, Enc. del 1980).
       E’ lo stesso Papa in queste tre Encicliche che evoca e pone Maria a modello della Chiesa nel rinnovamento della società. «Abbiamo ogni diritto di credere - scrive Giovanni Paolo II nella Dives in Misericordia - che anche la nostra generazione é stata compresa nelle parole della Madre di Dio, quando glorificava quella misericordia di cui di generazione in generazione sono partecipi coloro che si lasciano guidare dal timore di Dio. Le parole del Magnificat mariano hanno un contenuto profetico, che riguarda non soltanto il passato di Israele, ma anche l’intero avvenire del popolo di Dio sulla terra. Siamo infatti noi tutti, che viviamo al presente sulla terra, la generazione, che é consapevole dell’approssimarsi del terzo millennio e che sente profondamente la svolta che si sta verificando nella storia»[5].
       Nella Redemptor Hominis il Papa aveva già introdotto questo elemento mariologico inteso e proposto per far comprendere a noi tutti la misericordia che Dio ci usa, per mezzo del suo Figlio nato da Maria che è perciò fonte di misericordia, ci riunisce con lo stesso Dio e tra noi. «Se... in questa difficile e responsabile fase della Chiesa e della umanità avvertiamo uno speciale bisogno di rivolgerci a Cristo, che é Signore della sua Chiesa e della storia dell’uomo in forza del mistero della redenzione, noi crediamo che nessun altro - scrive Giovanni Paolo II nella Redemptor hominis - sappia introdurci come Maria, nella dimensione divina e umana di questo mistero. Nessuno, come Maria é stato introdotto in esso da Dio stesso. Questo mistero si é formato possiamo dire, sotto il nome della Vergine di Nazaret quando, ha pronunciato il suo fiat. Da quel momento questo nome verginale e insieme materno, sotto la particolare azione dello Spirito Santo, segue sempre l’opera del suo figlio e va verso tutti coloro che Cristo ha abbracciato e abbraccia continuamente nel suo inesorabile amore»[6]. La presenza di Maria é varia ma non settoriale. La Vergine beata dice ancora il Papa nella Dives in misericordia é presente in tutte le comunità ecclesiali, come lo fu nella primitiva comunità[7], quale madre di misericordia; di quella misericordia da essa proclamata e destinata ad operare di generazione in generazione[8]. Questa unione - dice il Papa nell’Enc. Dominum et vivificantem - con la Madre di Cristo fa parte del mistero della Chiesa fin dall’inizio: noi la vediamo presente in questo mistero, come é presente in quello di suo Figlio»[9].

       Il Papa ci fa subito comprendere con il suo insegnamento che la presenza di Maria nella Chiesa e la sua materna intercessione presso Dio misericordioso hanno una valenza escatologica, perché la Chiesa «perseveri nella speranza: in quella speranza, nella quale siamo stati salvati (cf. Rm. 8,24). E’ la speranza escatologica, la speranza del definitivocompimento di Dio, la speranza del Regno eterno che si attua nella partecipazione della vita trinitaria[10]. Quindi é del tutto opportuna ed attuale - oltre all’esattezza teologica - l’osservazione che troviamo nell’Istruzione su libertà cristiana e liberazione della Congregazione per la dottrina della fede, là dove si rivela «che il senso della fede dei poveri, come porta ad una acuta percezione del mistero della Croce redentrice, così porta ad un amore e ad una fiducia indefettibile nella Madre del Figlio di Dio venerata in numerosi santuari». Soggiungendo subito «ma sarebbe una grave perversione appropriarsi delle energie della religiosità popolare per dirottarle verso un progetto di liberazione puramente terrena, che si rivelerebbe ben presto come una illusione ed una causa di nuova schiavitù. Coloro che così cedono alle ideologie del mondo e alla presunta necessità della violenza non sono più fedeli alla speranza, al suo ardimento e al suo coraggio, come li esalta quell’inno al Dio della misericordia che la Vergine ci insegna»[11].
       Ed é forse, proprio in questa speranza escatologica che più si radica e si sublima la devozione a Maria e la misericordia di Lei ci si rivela come consolante e fiducioso porto di salvezza. A tal proposito Pinkus ricorda che la teologia orientale giunge a proporre che in questo essere figura della Paternità di Dio, Maria Teotókos rappresenta la più salda ragione della nostra speranza sulla profonda umanità e misericordia del giudizio finale: ella infatti é la soglia attraverso la quale il credente si presenta a colui che giudicherà il mondo come Figlio della donna di Nazaret e come fratello di quanti nella sua maternità cosmica sono divenuti suoi figli ai piedi della Croce[12]. La certezza di essere aiutati dall’intercessione di Maria soprattutto nel momento della morte in vista dell’imminente giudizio divino dal quale si spera misericordia e perdono, si traduce ormai da secoli nella preghiera più comune, più popolare, più ripetuta con la quale l’intero popolo cristiano supplica la Santa Maria Madre di Dio di pregare per «noi peccatori, ora e nell’ora della nostra morte». Lo stesso motivo é nel fondo - anche se non espresso direttamente - della «più antica preghiera della Vergine», del Sub tuum praesidium, che «esprime con rara efficacia la fiducia dell’intercessione della Vergine: essa, la genitrice di Dio, la sola pura e la sola benedetta, é per la comunità cristiana un  rifugio di misericordia. In esso la comunità si sente sicura e, quindi, esprime la sua accorata convinzione che la Vergine non respingerà le suppliche di quanti la invocano nell’ora della necessità e del pericolo»[13].
       Perché la vera Madre di Dio, quindi la sola e la sola benedetta Maria é invocata nel Su tuum praesidium come colei che é mediatrice di misericordia, rifugio di misericordia; in grado perciò di liberarci dal pericolo e dalla necessità. «Nel rifugiarci sotto la sua misericordia noi riconosciamo che Maria può anche salvarci dai peccati (il messale Ambrosiano aveva conservato la forma arcaica di misericordia rispetto al testo romano)»[14].
       Il Vaticano II ci ha ricordato queste verità quando nella Lumen gentium, ponendo Maria al vertice della Chiesa e pienamente inserita nel mistero di Cristo e della sua sposa, dichiara, «...(Maria) assunta in cielo non ha deposto questa funzione di salvezza ma con la sua molteplice intercessione continua a ottenerci grazie della salute eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni fino a che non siano condotti nella patria beata. Per questo la Beata Vergine é invocata nella Chiesa con i titoli di Avvocata, Ausiliatrice, Soccorritrice, Mediatrice»[15].
       Il Concilio, ricalcando la visione patristica con i testi dedicati a Maria nella Lumen gentium (cf. n. 63-65) ha rimesso in luce e in amore l’intimo compenetrante nesso tra mariologia, ecclesiologia e pneumatologia, saldamente ancorate al dogma cristologico e attraverso di esso all’intera storia della salvezza»[16].
       La glorificazione di Maria é culminata nella regalità divina. Lei é la vera regina, che dal suo trono situato accanto a quello del Figlio domina sugli Angeli, sugli uomini e sul mondo intero. Il suo é regno di misericordia. Trovandosi tra Cristo e i fedeli. Lei che é la Madre dell’uno e degli altri, esercita un comando di riconciliazione al fine di costruire il regno pacifico di Dio. Spiegando questa verità teologica gli etiopi - che hanno una devozione sconfinata in Maria - dicono, non senza un fondamento teologico anche se storicamente non ne abbiamo riprove, che c’é stato un patto di misericordia tra Gesù e la Madre per cui Gesù avrebbe promesso alla Madonna «che libererebbe per sempre da ogni prova coloro che invocassero il suo nome e celebrassero la sua memoria»[17]. Lo hanno sperimentato in maniera singolare e con frutti copiosissimi già qui in terra tutti coloro che si sono affidati con fede e amore a Maria, invocandola Regina e Madre di misericordia. Sentiamo fra tutti il grande poverello di Assisi. «Nella Chiesa della Vergine Madre di Dio dimorava il suo servo Francesco e supplicava insistentemente con gemiti continui Colei che concepì il Verbo pieno di Grazia e di verità (Gv. 1.14), perché si degnasse di farsi sua avvocata. E la Madre della misericordia - narra la Leggenda maggiore - ottenne con i suoi meriti che Lui stesso concepisse e partorisse lo Spirito della verità evangelica»[18].
       La stessa Leggenda ci spiega da dove proveniva la grande devozione mariana di San Francesco dicendoci che «circondava di indicibile amore la Madre del Signore Gesù per il fatto che ha reso nostro fratello il Signore della maestà e ci ha ottenuto misericordia»[19].
       Ed é per noi sommamente consolante ed edificante la conclusione cui il biografo perviene: «in Lei, principalmente, dopo Cristo (Francesco) riponeva la sua fiducia, e, perciò, la costituì avvocata sua e dei suoi, in suo amore digiunava, con grande devozione, dalla festa degli Apostoli Pietro e Paolo fino alla festa dell’Assunzione»[20].
       A questa Madre di misericordia guarda la Chiesa per esserne fedele imitatrice e per comportarsi come Lei verso tutti, soprattutto oggi, che con il Concilio la Chiesa ha intrapreso un cammino di più umile e amoroso servizio agli uomini.
       Aprendo il Vaticano II Giovanni XXIII dichiarava che: «Sempre la Chiesa si é opposta a questi errori (contro la verità della fede); spesso li ha anche condannati con la massima severità. Ora tuttavia la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia piuttosto che della severità... La Chiesa cattolica, innalzando per mezzo di questo Concilio Ecumenico, la fiaccola della verità religiosa, vuole mostrarsi madre amorevole di tutti, benigna, paziente, piena di misericordia e di bontà, anche verso i figli da lei separati»[21]. Attraverso Paolo VI il Concilio si presentava al mondo, ai fratelli separati, agli uomini bisognosi di giustizia e di pace, come il luogo e lo strumento dello Spirito Santo per conseguire quella divina misericordia di cui tutti abbiamo bisogno e di cui la Chiesa, seguendo Maria e con la fiducia nella sua assistenza deve esse dispensatrice materna[22]. E a Lei si rivolgerà con la preghiera accorata Paolo VI, chiudendo il terzo periodo conciliare il 21 novembre 1964, esclamando: «O tempio di luce senza ombra e senza macchia, intercedi presso il tuo Figlio Unigenito, Mediatore della nostra riconciliazione con il Padre, affinché conceda misericordia alle nostre mancanze e allontani ogni dissidio da noi, dando agli animi nostri la gioia di amare[23].
       Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II hanno preparato e attualizzato con i loro scritti mariani e le loro encicliche (soprattutto gli ultimi due) quanto il Concilio Vaticano II ha evidenziato circa il rapporto tra Maria e la Chiesa, nonché circa la funzione che l’una e l’altra esercitano sotto l’azione dell’unico Spirito e con la stessa carità materna per la salvezza dei fratelli. «Infatti, nel mistero della Chiesa, la quale pure, é giustamente chiamata Madre e Vergine, la Beata Vergine Maria é andata, innanzi, presentandosi in modo eminente e singolare, quale Vergine e Madre[24]. La Chiesa ricopia e segue gli esempi e la stessa funzione di Maria: «...completa l’arcana santità di Lei e ne imita la carità e adempie fedelmente la volontà del Padre per mezzo della Parola di Dio accolta con fedeltà, diventa essa pure Madre, perché con la predicazione e il battesimo genera a vita nuova e immortale i figlioli concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio»[25]. L’espressione massima della misericordia di Dio sta proprio in questa rigenerazione dell’uomo, che, in virtù dei meriti della passione e morte di Cristo, ad opera dello Spirito Santo che da la vita, diviene con il battesimo persona e membro della Chiesa. La Vergine che con Cristo coopera a questa rigenerazione della creatura umana, si mostra ed opera quale Madre di misericordia. E la Chiesa seguendola porta con il suo ministero ad effetto la misericordia di Dio. Dio é la fonte primaria ed assoluta di questa misericordia. Gesù Cristo é la causa efficiente o sacramento primordiale che ce la merita. La Vergine SS.ma e la Chiesa ce la impetrano con la fede e la carità sotto l’impulso dello Spirito.
       Da S. Agostino il parallelismo tra Maria e la Chiesa é visto principalmente nel fatto che entrambe partoriscono Cristo: l’una partorisce il corpo e l’altra le membra di Cristo totale[26]. Sia Maria sia la Chiesa sono Madri e come tali avvolgono di misericordia sconfinata con il loro manto materno i figli rinati a vita nuova mentre sperano e pregano che tutti gli uomini ottengano la stessa rinascita.
       Questa verità tanto consolante é stata lungo i secoli vissuta da tutta la Chiesa: i teologi l’hanno illustrata, il magistero l’ha predicata, scrittori e poeti l’hanno cantata.
                   «Salve o torrente di misericordia
                   fiume di pace e di grazia
                   splendore di purezza, rugiada delle valli.
                   Madre di Dio e Madre di perdono»[27]. Esclama Ildefonso di Toledo.
       In un Oraziale visigotico leggiamo:
                   «Ancella e madre santissima del Verbo
                   nella profondità della tua misericordia
                   accogli il popolo che a te ricorre»[28].
       In un anonimo del V-VI secolo la misericordia di Maria, di cui tutti abbiamo bisogno perché non possiamo rivolgerci direttamente a Cristo, viene esaltata come conseguenza della sua maternità:
                   «poiché non abbiamo alcuna fiducia a causa dei nostri peccati,
                   supplica tu colui che é nato da te,
                    o Vergine Madre di Dio.
                   Molto può la preghiera di una Madre
                   per ottenere la benevolenza del Maestro»[29].
       In un altro anonimo dello stesso secolo veniamo proclamati tutti noi:
                   «Che abbiamo te come nostra difesa perché tu intercedi
                   notte e giorno per noi»[30].
       Mirabilmente Dante, riassumendo concetti teologici, voci poetiche ed esclamazioni devozionali, eleva un grande inno alla «Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio» perché:
                   «in te misericordia, in te pietate,
                   in te magnificenza, in te s’aduna
                   qauntunque in creatura é di bontade»[31].
       Ma un inno, non meno eccelso e grandioso, non meno bello ed efficace, è quello che i Figli di Madre Speranza da anni stanno cantando alla «Madre della Misericordia» con il loro ministero e la risposta fedele e generosa alla loro vocazione di figli dell’amore misericordioso.

[1]        Cf. Vita Odonis Clun. II, 20; PL 133, 72.
[2]        Cf. GIOVANNI PAOLO IIDives in misericordia, 30,11.1980 n.15; Lumen Gentium, n.52ss.
[3]        Cf. A. BERNARD, Simbolismo in Nuovo Dizionario di Mariologia, ed. Paoline 1985, p.1300.
[4]        Cf. GOFFI, Spiritualità, in Nuovo Diz., p. 1370.
[5]        n. 10.
[6]        n. 22.
[7]        Cf. At. 1,14.
[8]        Cf. n. 15.
[9]        Cf. n. 66.
[10]      Cf. Ivi.
[11]      Edizioni Dehoniane, Bologna, 1986, nn. 97-98, pp. 54-55.
[12]      Psicologia in Nuovo Diz., cit. p. 1185.
[13]      CALABUIG I., Liturgia, in Nuovo diz. cit. p.779.
[14]      LODI E., Preghiera mariana, in Nuovo diz, cit. p. 1142.
[15]      LG n.62 dove alle note 15 e 16 a comprova, vengono citate numerose fonti antiche e recenti.
[16]      L’osservazione é di P. Cantalamessa, vedi  Maria e lo Spirito Santo in l’ Oss. Rom. 14-15 luglio 1986 p. 4, dove, tra l’altro, nota: «La recente enciclica Dominum et vivificantem di Giovanni Paolo II riserva, come le precedenti, uno spazio notevole alla figura della Madonna e questo spazio non é marginale, cioè non si colloca accanto al discorso principale, ma dentro di esso».
[17]      GHARIB G. Oriente cristiano, in Nuovo diz. cit. p. 1038.
[18]      Fonti Francescane, Ed. Francescane 1986, n. 1051.
[19]      Ivi, n.1165.
[20]      Ivi.
[21]      Discorso di apertura del Concilio 11 ottobre 1962, in «Il concilio Vaticano II», ed Dehoniane, 1967, nn. 57-58 della pagina tra parentesi.
[22]      Ivi, nn. 237, 245, 267, 274.
[23]      Ivi, n. 323.
[24]      LG, n. 63.
[25]      lg, n. 64.
[26]      Cf. Sermo 213, pl 38, 1061, 1064. S. AbrogioDe Virg. I, 6, 31; PL 197.
[27]      In Lodi alla Madonna, Ed. Paoline,1979, p. 72.
[28]      Ivi, 370.
[29]      Ivi, n. 44.
[30]      Ivi, n. 40.
[31]      DANTE - Divina Commedia, III - C. XXXIII.