“Il Poema dell’Uomo-Dio”, vol. X, pagg. 195-l96
“I quaderni dal 1945 al 1950”, pag. 375
“Badate, lo dico una volta ancora. Osservate i segni, voi lettori dei libri di Dio e voi semplici fedeli. I segni sono tremendi. Stornateli con la Croce. Portate fuori le croci e le mie effigi. Cacciate Satana col Cristo Vincitore. Abbiate fede. Abbiate fede. Morite di non aver fede. Vorrei che benediste ogni regione, ogni provincia, ogni città con Me Redentore. Non feste. Non è tempo. Ma vere adorazioni e pure benedizioni per liberarvi da quello che fa ossessi voi e i vostri padroni di ora e di prima”.
Ora parla lo Spirito Santo:
“Nel 4° dei Re cap. 7° v. 19 [nella traduzione attuale vedi 2 Re 7, 19] è detto da colui al cui braccio il re si appoggiava: “Anche se il Signore facesse delle cateratte nel cielo, potrebbe mai avvenire ciò che tu dici?”. Io dico che molti sono che, anche se il Signore facesse delle cateratte di grazie nel cielo e di miracolo per rovesciarle sulla terra, molti sarebbero quelli che continuerebbero a dire. “Può esser questo? No”. Il miracolo presuppone la fede. Dio dà il segno. Si manifesta. È una continua epifania per richiamare gli spiriti alla fede, speranza, carità, a Dio. Ma poi vi lascia liberi di credere o non credere. Però vi dico che il fiume di grazie pronto a scorrere, se gli uomini vi fanno diga con la loro incredulità, si volge altrove. Ecco perché la Beatissima [la Madonna, che il giorno prima aveva detto: “Se avranno fede opererò prodigi di grazie” ] mette la condizione “se avranno fede” per promettere di “operare prodigi di grazie”. L’ora della grazia viene, sosta in attesa. Ma se l’uomo non la invita: “Resta con noi “, passa e non torna”.
“I Quaderni del 1943”, pagg. 491-492
Ora parla lo Spirito Santo:
“Nel 9° della Genesi è detto: “…porrò il mio arcobaleno nelle nubi e sarà il segno del patto fra Me e la Terra. E quando avrò accumulate le nubi (i castighi) nel cielo, nelle nubi comparirà il mio Arcobaleno ed Io mi ricorderò del mio patto… del patto sempiterno stabilito fra Dio e ogni carne che è sulla Terra”. Arcobaleno: segno di pace. Arcobaleno: ponte fra Cielo E Terra. Maria, pacifico ponte che ricongiunge Cielo e Terra, Amatissima che con la sua sola presenza ottiene misericordia ai peccatori. E Dio, nei secoli avanti il Cristo, quando le prevaricazioni degli uomini accumulavano le nubi dei divini castighi sull’umanità dalla dura cervice e dallo spirito superbo, contemplando nel suo Pensiero Colei che ab eterno era stabilita Arca della divina Parola, Fonte della Grazia, Sede della Sapienza, pacifica gioia del suo Signore, disperse le nubi dell’inesorabile castigo, concedendo tempo all’umanità in attesa della Salvezza.
La voce della Vergine non ancor nata: “Pace! Pietà! Signor mio!”. Il suo amore perfetto, la sua perfetta ubbidienza, già noti a Dio prima che la Stella purissima fosse, sacrificio d’odor soave che placava l’ira del Signore. E, nei secoli dopo il Cristo, pace e misericordia è, per l’umanità, Maria. E coll’accrescersi dei peccati e l’aumentare dei nembi dell’ira divina e dei fumi satanici, sempre è Maria quella che dirada le nubi, che disarma le folgori, che getta il suo mistico ponte all’Umanità caduta nell’abisso perché essa risalga per via soave al suo Bene.
“Porrò il mio arcobaleno fra le nubi… e mi ricorderò del mio patto”. Oh! veramente l’Arcobaleno di pace, la Corredentrice è fra le nubi, sopra le nubi, dolce astro che splende al cospetto di Dio per ricordargli che Egli ha promesso misericordia agli uomini ed ha dato il Figlio suo perché gli uomini abbiano perdono. Vi è non come dolcezza pensata, ma come realtà vera, completa, con la sua anima senza macchia e la sua carne senza corruzione. Né si accontenta di esservi adorante e beata. Ma attiva si mostra e chiama, richiama l’Umanità alla Salvezza.
L’ORA DI MARIA, QUEST’ ORA
L’ arca di Noè non salvò tutti gli uomini, ma coloro fra gli uomini che Dio trovò giusti al suo cospetto. Anche nell’ora attuale, [1948] ora che sorge e dovrà scorrere tutta, e più inoltrerà e più sarà cupa di nembi, l’Arca di Dio non potrà salvare tutti gli uomini, ma perché gli uomini, molti uomini, non vorranno salvarsi, trovare salute per mezzo dell’Arca di Dio. L’arcobaleno dopo il diluvio fu visto dai soli giusti rimasti vivi sulla Terra. Ma nell’ora presente, invece, l’arcobaleno, il segno di pace, Maria, in un sovrabbondare di misericordia sarà visto da molti che giusti non sono. La sua voce, il suo profumo, i suoi prodigi, saranno noti a giusti e a peccatori, e beati quelli, fra questi ultimi, che, come per l’Arcobaleno di Dio l’ira di Dio non si scatena, così per esso alla giustizia, alla fede nel Gesù in cui è salvezza, si volgeranno”.
“Lezioni sull’Epistola di Paolo ai Romani”, pagg. 97-99
“Ma l’Anno Santo che verrà dovrà essere marcato da un suo carattere speciale: il carattere mariano”.
È stato celebrato l’Anno Santo straordinario nel 19° centenario della mia Passione [nel 1933]. La Sapienza infinita amerebbe che fosse celebrato anche questo altro centenario della Assunzione gloriosa di mia Madre al Cielo, e che questa celebrazione desse uno speciale carattere al prossimo Anno Santo. [Quello del 1950; infatti Pio XII, in quell’occasione ha definito il dogma dell’Assunzione di Maria SS.]. La Sapienza infinita amerebbe che fosse sentito questo dovere, questo bisogno, questa previdenza di dare carattere di trionfo mariano e perciò di incentivo al culto per Maria, Salvezza vostra, in questo scorcio terribile di questo secolo terribile nel quale può avvenire la completa apertura dei sette sigilli per punizione di Dio al prossimo Anno Santo. Già da troppi secoli la cristianità attende questa proclamazione trionfale della Vergine – Madre, da Dio assunta in Cielo per essere gioia a Dio di cui fu Tempio vivo in terra, e Regina dei celesti cori e del popolo dei Santi. In verità molti dei sigilli sono stati già aperti. Ma guai se fossero aperti tutti, e se lo saranno!
Anticipate l’ora del trionfo della Donna, capostipite dei segnati del segno dei servi di Dio, degli eletti la cui dimora è il Cielo. Anticipate l’ora del trionfo di Maria, su Satana, sul mondo, la materia, la morte, vinta da Noi due volte, vinta in Lei creatura anche nel non conoscere la morte spirituale del peccato oltreché nella carne sua, che non si corruppe e che qui vive. Anticipate l’ora del trionfo di Maria, Si uniscano agli Angeli, capitanati da Michele, gli uomini, donne, fanciulli, della Chiesa Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana, perché sia abbattuto per un tempo [il Millennio di Pace] il dragone dalle sette teste, dieci corna e sette diademi maledetti: le sette seduzioni. E la Cristianità abbia tempo per riunirsi e fortificarsi nella carità e nella fede e stringersi in difesa per l’ultima battaglia.
Guai se venisse proclamata regina la donna vestita di porpora e scarlatto, cui fa trono la bestia immonda dai nomi di bestemmia, prima che sia proclamata Regina degli Angeli e degli uomini, con parola infallibile, la Donna vestita di sole, i cui piedi calcano la luna e il cui capo s’incorona di stelle.
Non vi può essere una seconda Redenzione compiuta da Me Cristo. Ma ancor una ve ne può essere per salvare dalle spire infernali un più gran numero di spiriti: quella di Maria gloriosa. Nel culto di Lei sta il segreto dell’ estrema Redenzione”.
“I Quaderni dal l945 al 1950”
Tratto da wikipedia
Sintesi dei Messaggi di Gesù a Maria Valtorta
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