- Maria S.S.Da "Lezioni sull'epistola di Paolo ai romani
- Amando Maria, Dio ancora ama Se stesso, perché Egli l’ha formata piena di Grazia, per un pensiero di Grazia, perché partorisse la Grazia al mondo. Maria può dirsi: il Seno di Dio, perché ha partorito il Figlio di Dio, la Grazia di cui era piena, e ha dato un Uomo, sulla terra, degno del paterno Amore.(…)
Maria, acqua purissima, di fontana sigillata, uscì dall’incandescente fervore del Pensiero eterno e scorse per rive di pace, portando seco pace e purezza, e in Dio rientrò per accogliere Dio e generare il Figlio di Dio. Rm 2.1.48- (Maria) è l'inviolata Fonte di
purezza, unico degno specchio alla Perfezione che tutto dimentica di ciò
che è offesa guardando l'Immacolata. Rm.2.1.48
- Maria Arca dilettissima di puro
oro che contiene Dio come da Lui è contenuta. (Rm.6.1.48)
- Maria, l’Angelo nostro, Colei
che pur avendo
carne, fu Serafino, Colei in cui abbiamo fatto dimora, né più
dolce e più degna potevamo averla, l’Arca dilettissima di puro oro che
ancor ci contiene così come da Noi è contenuta, e che trasvolerà i
cieli, raggiando il suo amore per preparare al Re dei re la strada
profumata e regale e per preparare – per generare e partorire, in
un’ultima maternità – quanti più germi di viventi sono e vorranno essere
partoriti al Signore. (…) si delinea un albore che più dolce non v’è. Esso
è il tempo di Maria che sorge. L’estrema misericordia che il nostro Amore
ha pensato per voi. Grande sarà la lunghezza del suo cammino. Contrastata
dal suo eterno nemico che, per essere vinto, non è meno ostinato a
crucciarla e combatterla. Egli ottunde gli intelletti degli uomini per non
far loro conoscere Maria. Spegne la fede in Lei, crea nebbie, getta fango,
ma la Stella del Mare è troppo alta sulle onde inquinate.
Scenderà solo, ratta come un arcangelo, a scrivere, presso il segno del Tau, la sua sigla sulla fronte dei fedeli, dei salvati al Regno eterno. E fortezza e pace entrerà nei loro spiriti sotto il tocco della mano di Lei, Madre della Vita, Sorgente della Salute.
Benedite Iddio che ha concesso alla Stella purissima di iniziare il suo cammino per attrarvi a Dio con la dolcezza del suo amore, Salvatrice pietosa, estrema, compensante gli spiriti buoni del sempre più profondo allontanarsi da Dio, disgustato dalla colpe degli uomini. Rm. 6.1.48- Maria, Immacolata, Piena di
Grazia, Figlia, Sposa, Madre di Dio, Colei che al volere divino corrispose
con la sua volontà che, libera come quella di Gesù, volle usare questa sua
libera volontà per camminare sempre alla presenza di Dio ed essere
perfetta. (…) “non peccò perché non volle peccare”.
---- Seconda Eva, non imitò la prima e calpestò il Serpente perché, tutta persa in Dio regnante nel suo spirito e abbracciante Lei, suo amore, fu cieca, sorda, dimentica di tutto ciò che non fosse Dio e l’amore per Lui.
Maria non morì. Trapassò in un rapimento da questa all’altra vita e nel trapasso il suo spirito purissimo fu più che mai trono di Dio. Così doveva essere anche di ogni uomo se, in Adamo, non avessero tutti peccato.
Maria non fu giudicata. Era l’Innocente, non soggetta a giudizio né a morte qual voi l’avete. Maria non tornò polvere nella sua carne immacolata quanto l’anima e fatta incorruttibile per aver portato il Figlio di Dio e dell’Uomo. In corpo e anima fu assunta in Cielo dagli Angeli. E neppure nell’ora del trapasso l’anima si separò totalmente, ma intellettualmente completamente assurse, non al terzo ma al Cielo supremo ed empireo e adorò, mentre ugualmente lo Spirito Uno e Trino non lasciò il suo dolce verginale tabernacolo dove aveva riposo. Rm. 2.2.48- Maria è in Cielo in corpo e
anima, viva come era in terra, beata come Lei può esserlo, in Cielo. E Dio
che inabitò in Lei sulla terra, inabita in Lei in Cielo. Nulla è mutato. Messa al
centro del divino Fuoco, che su Lei converge i suoi ardenti amori, Ella
eternamente dice: “Ecco l’Ancella, o Dio” e apre il suo cuore
e accoglie Dio in un mistero ineffabile. Rm.2.2.48
- I Santi amanti di Maria hanno
proclamato che chi vuol trovare Dio, la Salvezza, la Vita, vada a Maria, e
là troverà la Carità, il Salvatore, la Vita. la Luce, la Sapienza. E là
rinascerà da uomo a vero figlio di Dio. Rm.2.2.48
- ..Maria, divina Genitrice, è
anche la feconda santa matrice che sino alla fine dei secoli accoglie e
accoglierà nel suo seno coloro che vogliono nascere figli di Dio..(....) e
ne farà i "viventi del Regno di Dio", dando questi figli al suo
Dio. Rm. 2.2.48
- Maria è Corredentrice e
Cooperatrice instancabile per il divino trionfo finale, è carità inesausta
e inesauribile, operosa come di Serva e gloriosa come di Regina, per la
gloria di Dio, è Madre perfetta per tutti coloro che chiedono a Lei la
Vita. Rm. 2.2.48
- In Maria, paradiso vivo dove la
Trinità prende le sue compiacenze, l’amore di Dio prese carne, il Verbo
amato dal Padre s’incarnò per essere offerto vittima per la salute del
mondo. E Sacerdotessa regale e purissima fu la Vergine ardente della
carità più pura e forte che creatura nata d’uomo mai ebbe. Essa lo accettò
e l’offerse per tutti gli uomini. Rm. 12.2.48
- Da Te, o Maria, o Vergine per un
capovolgimento dei fattori fu tratto l'Uomo, il Cristo, senza che fecondazione di
seme umano fosse necessaria a far fertile il tuo grembo. Tu sola
Generante.
- Da Te sola
concepisti e donasti la Luce alla Luce. La Grazia, in Te già piena, in un tripudio d'ardori
incontenibili, penetrò il tuo seno, e il Verbo prese Carne per abitare tra
gli uomini e dare loro la Vita. Rm.13-2-48
- Vergine bella, umile, casta,
paziente, amorosa, Eva nuova, per volere di Dio Immacolata, per volere suo
fedele alla Grazia, Dio decretò: “Tu non morrai, non può morire
Colei che ha dato alla terra la Vita”, ma anzi per aver dato il Frutto del
tuo seno, per averlo dato onde fosse colto, preso, mangiato e spremuto,
Pane, Vino, Sangue, Redentore, si apriranno i tuoi occhi e
sarai come Dio avendo la conoscenza del Bene e del Male, per
amare e insegnare ad amare, mirabile Maestra, il primo e per combattere
con le tue armi il secondo. Rm. 13.2.48
Per Te l’Adamo nuovo. Per Te l’Ordine ricostruito. Per
Te la Grazia agli uomini. Per Te la Redenzione, per Te il Cristo e , per Te e
il Cristo, lo, Spirito Santo.
Io ti ho resa feconda e sembra così che tu agli uomini abbia dato soltanto il Verbo fatto Carne. Ma Colui che vede e sa, dice che tu hai dato - in una maternità sovra eccelsa, nella quale la tua carne non è neppur argilla a modellarvi la divina Forma - hai dato agli uomini lo Spirito Santo. Rm. 13.2.48
- Maria Madre del Cristo e
Madre nostra non in senso simbolico ma reale, perché è madre colei che dà
la vita, e Maria ci ha dato la
Vita e conseguentemente lo Spirito Santo, ossia Colui che mantiene la Vita in voi e
più ancora fa di voi dei portatori di Cristo. Rm. 13.2.48
- Maria, pacifico ponte che
ricongiunge Cielo e Terra, Amatissima che con la sua sola presenza ottiene
misericordia ai peccatori. E Dio, nei secoli avanti il Cristo, quando le
prevaricazioni degli uomini accumulavano le nubi dei divini castighi sull’Umanità
dalla dura cervice e dallo spirito superbo, contemplando nel suo Pensiero
Colei che ab eterno era stabilita Arca della divina Parola, Fonte
della Grazia, Sede della Sapienza, Pacifica Gioia del suo Signore,
disperse le nubi dell’inesorabile castigo, concedendo tempo all’Umanità in
attesa della Salvezza. (…) E nei secoli dopo il Cristo, Pace e
Misericordia è per l’umanità, Maria. Rm. 14.2.48
- (Maria) Arcobaleno di pace, la
Corredentrice è fra le nubi, sopra le nubi, dolce astro che splende al cospetto
di Dio per ricordargli che Egli ha promesso misericordia agli uomini ed ha
dato il Figlio suo perché gli uomini abbiano perdono. Vi è non come
dolcezza pensata, ma come realtà vera, completa, con la sua anima senza
macchia e la sua carne senza corruzione. Né si accontenta di esservi
adorante e beata. Ma attiva si mostra e chiama, richiama l’umanità alla
Salvezza. L’arcobaleno dopo il diluvio fu visto dai soli giusti rimasti
vivi sulla Terra, ma nell’ora presente, invece, l’arcobaleno, il segno di
pace, Maria, in un sovrabbondare di misericordia sarà visto da molti che
giusti non sono. La sua voce, il suo profumo, i suoi prodigi, saranno noti
a giusti e a peccatori e beati quelli, fra questi ultimi, che come per
l’Arcobaleno di Dio l’ira di Dio non si scatena, così per esso alla
giustizia, alla fede nel Gesù in cui è salvezza, si volgeranno. Rm.14.2.48
- Per una infedeltà della donna
l'umano genere conobbe il peccato, il dolore, la morte. Per la fedeltà, la
purezza, la verginità di corpo e di spirito di Maria, il genere umano ha ottenuto la rigenerazione alla
Grazia e perciò il perdono, la gioia pura, la Vita. Rm. 28.5.48
- (Non solo per
i meriti di Gesù avete la Vita ma anche per quelli di Maria). Ella, Madre della Vita, Madre
Vergine, pura, innocente, ha sofferto più di Eva colpevole. Rm. 28.5.48
- Neppure Maria, la Senza Macchia
per divino privilegio e per eroica volontà e fedeltà,
sfuggì alla legge del dolore, conseguenza del peccato. (…) conobbe il
dolore ed assaporò la morte del cuore vedendo spirare su una Croce il suo
Dio e il Figlio del suo seno. Rm. 26.1.50
- La Rivelazione e i Dottori
della Chiesa, chiamano Maria “Primogenita” perché per grazia e santità è
seconda solo al Verbo fatto Carne. Rm.18.5.50
- Dal "Libro di Azaria"
- Oh, sublime manifestazione
dell’Amore, nella casa verginale di Maria! L’Amore che si
manifesta in tutto il suo amore, riversandosi sull’Amorosa per generare il
Salvatore. Riempiendo il cuore della Vergine sapeva quello che
faceva: faceva che la Vergine concepisse l’Uomo onde si compissero
le promesse e l’uomo tornasse amico e figlio di Dio attraverso successive
operazioni d’amore. Colui che aveva presieduto a tutte le azioni del
Creatore e perciò anche al Pensiero di creare l’Immacolata, futura Madre
del Redentore, ecco che ora scende a disposarla, trovandola più bella
dello stesso Paradiso, perché bella di giustizia per volontà propria,
oltre che per volontà del Signore del Paradiso. Quale più dolce epifania
dell’Amore Divino di questa? E per questa dolce Epifania ecco formarsi nel
seno della Vergine la Carne del Verbo S.S. e avervi inizio il Cuore del
Cristo. Az.154 - 9.6.46
- Maria era bella e amata perché
bella di giustizia per la volontà propria oltre che per volontà di Dio, e per questo meritò il divino connubio. Az.155 - 9.6.46
- Il Figlio divenuto Pane, e la Madre, beata, che voi, cibandovi di Lui,
di Lei anche
vi cibate. (….)
Si è fatta fior di farina. Non è un modo di dire! Per vostro amore, per amor degli uomini, si è immolata, si è ridotta in polvere fra le mole dell’ubbidienza e del dolore. Lei, l’Intatta che non le nozze, non il parto e non la morte, hanno potuto incidere, violare, o ridurre in polvere come ogni mortale. Solo l’amore. Esso l’ha consegnata alla macina in cui la Corredentrice è divenuta, da spiga, fior di frumento …. Az. 169 – 20.6.46- Santa, Santa Madre e Nutrice
del Genere Umano! Giardino colmo di fiori e api d’oro! Orto chiuso e fonte
soave!
Veramente il Pane vero è Gesù, ma è ancor Maria Colei che ha della Parola fatto un Uomo per darlo agli uomini a redenzione e nutrimento. Az.170-171 - 20.6.46- Sapienza, Vita, Forza è questo
Pane, ma è ancor Purezza, Grazia, Umiltà. Perché se questo Pane è Gesù,
questo pane è ancor Maria che ha fatto Gesù col fiore del suo corpo e col
miele del suo Cuore. Pane che ricorda la Passione divina, Pane che ricorda
il vero Corpo e il vero Sangue di Gesù Cristo, ma Pane che, per aiutarvi
ad essere degni di fruire della Redenzione, che è la consumazione
dell’Agnello sull’Altare della Croce, deve pure ricordarvi la Deipara che
quel Pane formò nel suo Seno. Az.171–20.6.46
- Maria è la preparazione di
Gesù. (….)
Maria, Madre del Signore, è Quella che prepara lo spirito ad una unione vera e fruttuosa con Gesù.
Ella Genitrice universale, versa il suo latte di grazia sui suoi poveri figli peccatori, deboli, malati, paurosi, nauseati, stanchi. Da una Madre è sempre dolce avere conforto e cure. E li irrobustisce, dà loro un sano appetito, una volontà di più perfetto Cibo, di quel Cibo che è in Lei, una sola cosa con Lei: il suo Gesù.
Oh! La Regina nostra è il perfetto Ciborio. Sempre il Pane di Vita e la Grazia è in Lei. E non vi giungete, voi uomini, a quel Pane e a quella Fonte di Grazia, altro che andando a Lei. Az 263 - 8.9.46 - Maria è la santa necessità,
Gesù è il Compimento. Ella prepara. Egli completa. Ella mantiene la fame e
la sete e l’aumenta, per portarvi, con la dolcezza dei suoi santi
sapori, al sempre più vivo e rinnovato desiderio di vivere di Cristo.
E’ l’Eva vera. La radice e l’Albero dei Viventi: Il Padre l’ha creata, l’Amore l’ha fecondata, e dal suo midollo è venuta la linfa di Grazia che v'ha dato il Frutto che è la Grazia stessa. (…)
Vero Albero di Vita, Ella tende i suoi rami, carichi del Frutto del suo Seno, perché voi ne mangiate. Ora chi mai non va all’albero per cogliere i frutti? E non vi torna quando i frutti sono soavi? Nessuno, a meno che non sia stolto. Così voi pure andateci, o spiriti cristiani, e mangiate e bevete di Maria per giungere al santo appetito di Gesù che, a voi comunicandosi, vi dia la Vita Eterna. Az 264 - 8.9.46 - Maria, ebbe, nel suo dolore che
non fu simile a nessun altro, la gioia esultante di fare, sino al
sacrificio totale, ciò che Dio voleva, ciò che Dio le aveva significato di
pretendere da Lei, da quando l’aveva rivestita con le vesti della
salvezza e coperta col manto di giustizia come sposa ornata di gioielli.
Az 342 - 8.12.46
- Maria ha sempre esultato
magnificando con lo spirito il suo Signore, anche quando la sua umanità
conosceva lo scherno di tutto un popolo ed era sommersa e torchiata dal
suo dolore a dal dolore della sua Creatura.
Ha esultato pensando che quel suo dolore, quel dolore del suo Gesù, dava gloria a Dio salvando uomini a Dio.
Sopra i gemiti della Madre, sopra i suoi lamenti di Donna, cantava la gioia del suo spirito di Corredentrice. Cantava con la sommissione a quell’ora, con la speranza nelle parole della Sapienza, con l’amore che benediceva Dio di averla trafitta. Az 343 - 8.12.46 - La lunga
passione di Maria, ha completato Maria, unendo alle grandi cose che
Dio in Lei aveva fatte, le grandi cose che Ella sapeva fare per il
Signore. Az.343 - 8.12.46
- Dio aveva preparata una degna
dimora al suo Verbo con l'Immacolata Concezione di Maria, ma Maria ha
saputo serbare quella dimora degna di Dio che in Lei doveva incarnarsi.
(...) Imitate Maria, sapendo serbare la dimora del vostro cuore degna del
Santo che chiede di entrare in voi per godere di voi e vivere fra i figli
degli uomini, da Lui amati senza misura. Az.344 - 8.12.46
- Maria è l'amabile e instancabile
Madre che genera i figli al Signore perchè attraverso
Maria si va alla Vita e perciò, chi è languente o morto e non osa
alzare gli occhi al Signore, può tornare vivo e gradevole all'Eterno se
entra nel Seno, nel Cuore che hanno dato al mondo il Salvatore. Az.344
- ell'infanzia e puerizia e nella
morte, nel cuore purissimo per 33 anni, mai è stato inerte Dio-Figlio per
la sua amabile Madre. (...) perciò tutta la Sapienza si è fusa con tutta
la Purezza, e Maria non può parlare che con la Parola di Dio, con quella
Parola che il Cristo ha detto Vita di chi l'ascolta. Az.345 - 8.12.46
- Chi vive in Maria ha
salute, vita, sapienza, gloria, letizia e onore, perché Ella è tutto
questo,
avendo le sue radici in Dio stesso, fondata com’è sul monte di Dio per
esserne il Tempio, amata più d'ogni altra creatura dal Signore Altissimo,
dovendo Essa in eterno essere la Madre dell’Uomo. Az-346
- Cosa è Maria? E’ la
Riparatrice. Ella annulla Eva. Ella riporta le cose sconvolte al punto
dove erano quando le sconvolse il Serpente maligno ed Eva imprudente.
L’angelo la saluta : “Ave“. Si dice che Ave è il capovolgimento di Eva. Ma
Ave è ancora un’eco che ricorda il Nome SS. di Dio. Az- 346
- Ave, Maria, Madre dell’Uomo
come Eva, più di Eva, che hai riportato l’uomo, attraverso all’Uomo, alla
sua Patria, alla sua eredità, alla sua figliolanza, alla sua Gioia.
Ave, Maria, Seno di santità in cui è rideposto il seme della Specie, perché l’eterno Abramo abbia i figli di cui l’invidia satanica lo aveva fatto sterile. Az. 347 - Ave, Maria, Madre Deipara del
Primogenito eterno. Madre pietosa dell’Umanità, lavata nel
tuo pianto e nel Sangue di Gesù che è
tuo sangue.
Ave, Maria, Perla del Cielo, Luce di Stella, Bellezza soave, Pace di Dio.
Ave, Maria, Piena di Grazia in cui è il Signore, mai divisa da Lui che in Te prende le sue delizie e i suoi riposi.
Ave, Maria, Donna benedetta fra tutte le donne, amore vivente, fatta dall’Amore sposa all’Amore, Madre dell’Amore.
In Te purezza, in Te Pace, in Te Sapienza, in Te Ubbidienza, in Te umiltà, in Te perfette le tre e le quattro virtù…..
Il Cielo delira d’amore nel contemplare Maria. Il suo canto aumenta sino a note incomparabili. Nessun mortale, per santo che sia, può comprendere cosa sia per tutto il Cielo Maria. Az. 348 - 8.12.46 - Tutte le cose sono state fatte
per il Verbo, ma anche tutte le opere più grandi sono state fatte dall’Amore Eterno in
Maria e per Maria. Perché Colui che è potente l’ha amata senza
limite e l’ama. E la potenza di Dio sta nelle sue mani di Giglio
purissimo per essere sparsa
su chi a Lei ricorre. Az. 349
- Dai Quaderni
- L’aver osservato la Parola di
Dio e affinato i sensi dell’anima con una purezza totale fin
dall’infanzia, questo era grandezza. L’aver ascoltato la Parola che mi era
Figlio per renderla mio pane e sempre più fondermi al mio Signore, questa
era beatitudine. 7.2.43
- Maria testimonia il super-amore
misericordioso di Dio verso l'uomo, perchè attraverso Maria, Madre del
Redentore, Dio ha operato la salvezza del genere umano. Io sono il Cristo perchè Maria mi ha concepito
e dato al mondo. 6.5.43
- Maria il più dolce dei nomi. Il
nome della Mamma mia (di Gesù). Quel nome è scudo e difesa contro le
insidie del demonio, quel nome che è musica di Cielo, quel nome che fa
trasalire di gioia la Trinità, quel nome di cui si circondò
Gesù nella vita e nell’ora della morte. 4.6.43
- In Essa (in Maria) lo spirito
di raccoglimento era intensissimo. Anche nelle occupazioni della vita Ella
sapeva vivere raccolta in Dio e sua grande gioia era potersi isolare nella
contemplazione, nel silenzio, nella solitudine. 13.6.43
- “Ave Maria, Madre di Gesù, mi
affido a te”. Il demonio ha ancora più ribrezzo del nome di Maria che del
mio Nome e della mia Croce. Non ci riesce, ma cerca di nuocermi nei miei
fedeli in mille maniere; ma l’eco soltanto del nome di Maria lo mette in
fuga. Se il mondo sapesse chiamare Maria, sarebbe
salvo. 15.6.43
- La vita di Maria, mia Madre fu
tutta eucaristica. Maria visse eucaristicamente quasi tutta la vita,
poiché Io in mia Madre ero prima d’essere, come uomo, al mondo, né quando
come uomo al mondo non fui più, cessai d’essere in Lei. Non ci siamo più
separati dal momento in cui l’ubbidienza fu santificata sino all’altezza
di Dio ed Io divenni carne nel suo seno così puro che gli angeli lo sono meno
al paragone, così santo che tale non è nessun ciborio che m’accolga.
Solo nel seno di Dio vi è perfezione di santità maggiore a quella di Maria. Ella è dopo Dio Uno e Trino, la Santa dei Santi. (…)
Se vedere Dio, è la gioia dei beati, vedere Maria è la gioia di tutto il Paradiso, perché in Lei non soltanto si beano i cori angelici e le schiere dei Santi, ma il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo la contemplano come l’opera più bella della loro trinità d’amore. 19.6.43 - Se l’Eucaristia è il cuore di
Dio, Maria è il ciborio di quel Cuore. Mia Madre, eterno ciborio vivo in cui scese il Pane che viene dal Cielo. Chi mi
vuol trovare, ma trovare con la pienezza delle doti, deve cercare la mia
Maestà e Potenza, la mia Divinità, nella dolcezza, nella purezza, nella
carità di Maria. E’ Lei che del suo cuore fa il ciborio per il cuore del
suo e vostro Dio. 23.6.43
- Il Corpo del Signore s'è fatto
corpo nel seno di Maria, ed è mia Madre che con un sorriso ve lo porge
come se vi offrisse il suo amatissimo Pargolo deposto nella cuna del suo
purissimo e materno cuore.
E’ gioia di Maria, nel Cielo, darvi la sua Creatura e darvi il suo Signore. Con il Figlio vi dà il suo cuore senza macchia, quel cuore che ha amato e sofferto in misura infinita.23.6.43 - La Madre dei mortali ha
conosciuto ogni genere di dolore. Non perché l'avesse meritato. Era
immacolata e l’eredità dolorifica d'Adamo non era in Lei. Ma perché
essendo Corredentrice e Madre di tutto l’umano genere, doveva consumare il
sacrificio fino in fondo in tutte le forme. 23.6.43
- Maria è come la luna rispetto
al sole. Ne è illuminata e riflette su voi la luce che l’ha illuminata, ma
addolcendola di quei mistici vapori che la rendono sopportabile alla
limitata vostra natura. 27.6.43
- La purezza di Maria è tanto
alta che Io, suo Figlio e Dio, la tratto con venerazione. La sua
perfezione è tale che l’intero Paradiso s’inchina al suo trono sul quale
scende l’eterno sorriso e l’eterno splendore della nostra Trinità, ma
questo splendore che la compenetra e india più di ogni altra creatura, è
soffuso dai veli candidissimi della sua carne immacolata, per cui Ella
raggia come una stella, raccogliendo tutta la luce di Dio e diffondendola
come una luminosità soave su tutte le creature.27-6-43
- Ella vi è in eterno Madre. E
della Madre ha tutte le pietà che vi scusano, che intercedono, che
ammaestrano pazientemente. Grande è la gioia di Maria quando può dire a
chi l’ama: “Ama mio Figlio”.
Grande è la mia gioia quando posso dire a chi m'ama: “Ama mia Madre”.
E grandissima è la nostra gioia quando vediamo che staccatosi dai miei piedi uno di voi va a Maria, o staccatosi dal grembo di Maria uno di voi viene verso di Me. Perché la Madre giubila di dare altri innamorati al Figlio e il Figlio giubila di vedere amata da altri la Madre. La nostra gloria non cerca di sopraffarsi ma si completa nella gloria dell’altro. 27.6.43 - La Madre non è diversa
dal Figlio.
La Madre per toccare l’apice del dolore, dovette provare la separazione del Figlio: nei tre giorni della sua sepoltura. Maria allora fu sola. Le rimasero solo la Fede, la Speranza, la Carità. Ma Dio era assente. Fu la spada non confitta ma trapassante, ma frugante nel suo Cuore. Non ne morì per unico volere dell’Eterno. Perché per la Piena di Grazia restare priva dell’unione col suo Figlio e Dio era tale spasimo, che senza una speciale grazia ne sarebbe morta.
Maria è Corredentrice. Dunque tutto essendo in Lei inferiore solamente a Dio, anche il suo dolore dovette essere quale nessun dolore di creatura umana giungerà mai ad essere. 2.7.43- Se il mondo sapesse
chiamare “Maria” sarebbe salvo. “Ave Maria, Madre di Gesù, mi affido a Te”. (...) A chi
ancora crede, nel mondo, Io dico: La salvezza del mondo è in Maria. (...) Unico ponte resta Maria. Ma se
dispregiate Essa pure, sarete schiacciati.
Non permetto sia vilipesa Colei in cui lo Spirito Santo discese per
generare Me,
- Ella (Maria), la purissima che
accolse il Cielo nel suo grembo vestendo delle sue carni di candore
immacolato il Verbo del Padre dopo le nozze divine con
lo spirito Santo, non s’è limitata a generare il Salvatore. L’ha
nutrito del suo latte. Onde voi, uomini che di Me vi cibate, succhiate il
latte di Maria che è divenuto sangue in Me. 4.7.43
- Se non fosse per le cure
di Maria, per le preghiere di Maria, la razza umana non sarebbe più. L’avrei cancellata perché
veramente il vostro vivere ha toccato il profondo del Male e la Giustizia
è ferita, e la Pazienza è colmata, e la Punizione è pronta; ma c’è Maria
che vi ripara con il suo manto, e se Io posso, con un volger di sguardo,
far prostrare il Paradiso e tremare gli astri, non posso nulla contro mia Madre.
Sono il suo Dio, ma sono sempre il suo Pargolo. Su quel Cuore mi sono riposato nel primo sonno d’infante e nell’ultimo della morte, e di quel Cuore so tutti i segreti. So, dunque, che punirvi sarebbe dare un trafiggente dolore alla Madre del genere umano, alla Madre vera, che sempre spera potervi condurre al Figlio suo. Sono il suo Dio ma Ella è mia Madre ed Io perfetto in tutto, vi sono Maestro anche in questo: nell’amore per la Madre. A chi ancora crede, nel mondo, Io dico: “La salvezza del mondo è in Maria”. (…)
Unico ponte resta Maria, ma se dispregiate Essa pure, sarete schiacciati. Non permetto sia vilipesa Colei in cui lo Spirito Santo discese per generare Me, Figlio di Dio e Salvatore del mondo. 4.7.43- Maria Corredentrice eccelsa,
non cessa di soffrire, come non cesso Io. Nella gloria intangibile dei
Cieli, noi si soffre per gli uomini che ci rinnegano e offendono. (…)
Può Maria non soffrire di vedere perire le sue creature che costano il Sangue del Figlio?
Il Sangue sparso per tutti che giova a così pochi! 6-7-43- Il dolore di Maria fu sommo
dolore. (...) Maria fu grandissima nel ciclo della mia Passione, ossia,
dalla sera della Cena all’alba della Risurrezione. Allora Ella fu il
secondo – in numero e potenza – il secondo Cristo e mentre il cielo si oscurava
sulla tragedia compiuta e si squarciava il velo del Tempio, i nostri Cuori si squarciarono d’uguale ferita vedendo il numero
immisurabile per cui la Passione fu inutile. 6.7.43
- Maria la purissima che accolse
il Cielo nel suo grembo vestendo delle sue carni di candore immacolato il
Verbo del Padre dopo le nozze divine con lo spirito Santo, non s’è
limitata a generare il Salvatore. L’ha nutrito del suo latte. Onde voi,
uomini che di Me vi cibate, succhiate il latte di Maria che è divenuto
sangue in Me. 14.7.43
- Con Me è Maria, la Madre di
tutti, l’Aiuto di tutti. E’ Lei che ha sorriso ai martiri per rincuorarli
al Cielo. E’ Lei che ha sorriso ai vergini per aiutarli nella vocazione
angelica. E’ Lei che ha sorriso ai colpevoli per attirarli al pentimento.
E’ di Lei che ha sempre bisogno l’uomo e specie nelle ore di più viva
angoscia. E’ sul seno della Madre che vi corroborate e trovate Me e il mio
Perdono e col Perdono la forza, perché se voi siete in Me, fruite dei doni
del Cristo e non conoscete il perire. 27.7.43
- Maria portò la croce prima di Me. La Madre conobbe le atroci torture dei
crocefissi prima di Me. Cominciò a portarla e a conoscerla dal momento in
cui le fu rivelata la sua missione e la mia missione. Io col mio Sangue, Maria con le sue lacrime, ci
hanno ottenuto il Perdono di Dio. 1.8.43
- Una sola creatura non ha
gustato l'amaro odore del peccato. E fu Maria, la mia dolcissima Madre,
Colei che non mi fece rimpiangere il Paradiso lasciato per divenire Carne
fra voi e redimere la carne vostra, perchè in Maria Io trovavo gli eterni
candori e gli splendenti amori che sono in Cielo. In Lei il Padre che la
vezzeggiava come la Perfetta fra le creature, in Lei lo Spirito Santo che
del suo Fuoco la penetrò per fare della Vergine la Madre, intorno a Lei le
angeliche coorti adoranti la Trinità in una creatura. 7.8.43
- Maria nella sua anima così
perfetta, seconda solo a Dio, seppe amare e soffrire come nessun altro
perché la santità, porta di conseguenza una accresciuta capacità di amare
o di soffrire, tanto più accresciuta quanto più l’anima è santa. E l’anima
di Maria era santissima. 1.9.43
- Ricordatevi sempre che
Ella è la Figlia del Padre, la Madre del Figlio, la Sposa dello Spirito
Santo e la sua fusione con la Trinità è perfetta. Perciò Ella del suo Signore
possiede le potenze, le intelligenze, le sapienze e le possiede con la
pienezza assoluta. 3.9.43
- Ave Maria”. E’ un saluto che monda le
labbra e il cuore perché non si possono dire queste parole, con
riflessione e sentimento, senza sentirsi divenire più buoni! E’ come
avvicinarsi a una sorgente di luce angelica e a un’oasi fatta di gigli in
fiore.
Ave, la parola dell’angelo che c’è concesso di dire per salutare Quella che salutano con amore le Tre Eterne Persone, l’invocazione che salva (…) se detta come moto dello spirito che s’inchina davanti alla regalità di Maria, e si tende verso il suo Cuore di Madre. Se voi sapeste dire con vero spirito queste parole, anche solo queste due parole, sareste più buoni, più puri, più caritatevoli, perché gli occhi del vostro spirito sarebbero allora fissi in Maria e la santità di Lei vi entrerebbe nel cuore attraverso questa contemplazione. - Ella è la fonte delle grazie
e della misericordia. 3.9.43
- L’amicizia con Maria è causa di
perfezione, perché infonde e trasfonde le virtù dell’Amica eletta, che Dio
non ha sdegnato e che v'ha concesso come coronamento dell’opera di
Redenzione del Figlio suo. 3.9.43
- "Piena di grazia” La grazia era in Lei. La grazia ossia Dio, e la grazia ossia il
dono di Dio da Lei saputo far fruttare al mille per cento. 4.9.43
- Più Dio innalzava Maria verso
il suo trono e più aumentavano in Lei riconoscenza, amore e umiltà. Più
Dio le faceva capire come su di Lei fosse stesa la mano divina a
protezione contro ogni insidia del male e più in Lei aumentava la
vigilanza contro il male. (...) Maria pur riconoscendo l'opera di Dio in
Lei, agì come se fosse la più derelitta delle creature. (...) La sua anima
rimaneva sempre vigilante. 4.9.43
- Gabriele disse a Maria
"Ave", e il suono della voce angelica portò, sulla già inondata
di Grazia, una nuova onda di Grazia. La luce vivissima del suo spirito
immacolato toccò il vertice della luminosità perché la rispondenza dello
spirito di Maria fu perfetta. 4.9.43.
- Maria era con Dio e Dio era con
Maria. Le due perfezioni si attiravano e si univano con un incessante moto
di affetti. La perfezione infinita di Dio scendeva, con gioia
inconcepibile a possedere questa creatura. La perfezione umana di Maria:
l’unica dei figli dell’uomo che sia sempre stata perfetta, si lanciava
incontro alla Perfezione divina per aver modo di vivere. 5.9.43
- Maria ha posseduto alla
perfezione l’unione con Dio e con tutte le sue forze ha teso a sempre più
fondersi con Esso. Si potrebbe dire che Maria s'annullò in Dio tanto visse
di Lui solo. 5.9.43
- Maria ignorava il suo destino e
la sua immacolatezza. Conobbe il mistero alle parole di Gabriele e
nell’abbraccio nuziale con lo Spirito Eterno. Ma durante la sua giovinezza
(…) trovò nell’unione con Dio la forza. La volle trovare a qualunque costo
perché avrebbe preferito morire cento volte anziché uscire per un attimo
dall’alone con Dio. 5.9.43
- L’essere con Dio era la vita di
Maria e nell’ora superstraziante del Calvario, quando i Cieli si chiusero
sul Morente e sulla Trafitta, la privazione di Dio fu, delle sette spade,
la più accesa e trafiggente, tocco insuperabile all’edificio di dolore
richiesto dalla Redenzione. 5.9.43
- Maria ha toccato il vertice del
dolore, completo anche in Lei nonostante non sia stata crocefissa
materialmente, dal Calvario al momento della Risurrezione. E il motivo di
tale superdolore è uno solo: l’esser privati dell’unione con Dio. 5.9.
- "Il Signore è con te”. Il Signore è sempre con chi
ha l’anima in grazia.(...)
Maria era con Dio e Dio era con Maria. Le due perfezioni si attiravano e si univano con un incessante moto di affetti. La perfezione infinita di Dio scendeva, con gioia inconcepibile a possedere questa creatura.(...)
L’essere con Dio era la vita per Maria. 5.9.43- "Benedetta tu fra tutte le
donne”. Questa
benedizione (...) a Colei che col suo sacrificio ha iniziato la
Redenzione,
risuona continuamente in Cielo, pronunciata con infinito amore dalla
nostra Trinità, con accesa carità dai salvati dal nostro sacrificio e dai cori angelici. Tutto il
Paradiso benedice Maria, capolavoro della Creazione universale e della
Misericordia divina. 6.9.43
- Benedetta la Pura destinata al
Signore.
Benedetta la Desiderata della Trinità che anticipava col desiderio l’attimo di fondersi a Lei con amplesso di trino amore.
Benedetta la Vincitrice che schiaccia il Tentatore sotto il candore della sua natura immacolata.
Benedetta la Vergine che non conosce che il bacio del Signore.
Benedetta la Madre divenuta tale per obbedienza santa alla volontà dell’Altissimo.
Benedetta la martire che accetta il martirio per pietà di tutti voi.
Benedetta la Redentrice della donna e dei figli della donna (quindi di tutto il genere umano, in quanto tutti i maschi e femmine sono suoi figli), che annulla Eva e s'innesta al suo posto per portare il frutto della vita là dove il Nemico ha messo seme di morte.
Benedetta, benedetta, tre volte benedetta per il tuo “si” o Madre mia che hai permesso a Dio di mantenere la promessa fatta ad Abramo, ai patriarchi, ai profeti, che hai dato sollievo all’Amore, oppresso dal dovere essere punitore e non salvatore, che hai sollevata la terra dalla condanna portata a lei da Eva.
Benedetta, benedetta, benedetta per la tua umiltà santa, per la tua carità accesa, per la tua verginità intoccata, per la tua maternità divina, molteplice, sempiterna, vera e spirituale. Madre che col tuo amore e col tuo dolore generi continui figli per il Regno del tuo Gesù.
Generatrice di grazia e di salvezza, generatrice della divina Misericordia, generatrice della Chiesa universale, che tu sia benedetta in eterno per quanto hai compiuto, come benedetta in eterno eri per quello che avresti compiuto.
Sacerdotessa santa, santa, santa, che hai celebrato il primo sacrificio e preparato con parte di te stessa l’Ostia da immolare sull’altare del mondo.
Santa, santa, santa Madre mia, che non mi hai fatto rimpiangere il Cielo e il seno del Padre, perché in te ho trovato un altro paradiso non dissimile a quello in cui la Triade opera le sue opere divine; Maria che sei stata il conforto del tuo Figlio sulla terra e il gaudio del Figlio in Cielo, che sei la gloria del Padre e l’Amore dello Spirito. 6.9.43- La perfezione di Maria è tale
che essa testimonia non solo della sapienza e della potenza, ma dell’amore
con cui Dio ha creato il mondo. Maria testimonia il super-amore
misericordioso di Dio verso l’uomo, perché attraverso
Maria, Madre del Redentore, Dio ha operato la salvezza del genere umano.
Io sono il Cristo perché Maria mi ha concepito e dato al mondo.6.9.43
La Vergine, creata senza macchia per essere matrice alla carne di un Dio, la Vergine il cui pensiero era gaudio di Dio da prima che il tempo fosse, la Vergine in cui si compendia la Perfezione creativa del Padre, gioia del Cielo, salvezza della Terra, fiore della Creazione più bello di tutti i fiori dell’Universo, astro vivo, davanti al quale sembrano spenti i soli creati dal Padre mio. 6.9.43- “Benedetto il frutto del tuo seno”.
La maternità divina e verginale rende Maria seconda soltanto a Dio, ma non soffermatevi a guardare unicamente la gloria di Maria; pensate cosa le costò conseguire quella gloria. (…)
Beatitudine e dolore hanno stretto in un unico laccio il cuore di Maria nell’attimo del suo altissimo “fiat” e del suo castissimo sposalizio. Beatitudine e dolore si fusero in una cosa sola come Ella era divenuta una cosa sola con Dio. Chiamata ad una missione di redentrice, il dolore superò dal primo momento la beatitudine. Questa venne alla sua Assunzione.
Congiunta allo Spirito di sapienza Ella ebbe rivelato allo spirito quale futuro era riserbato alla sua creatura, e non vi fu più gioia, nel senso abituale della parola, per Lei. 7.9.43- Voi – dice Gesù – mi avete
avuto perché Maria ha accettato, trentatre anni
prima di me di bere il calice dell’amarezza. Sull’orlo della coppa
che ho bevuta tra sudori di sangue, ho trovato il sapore delle labbra di
mia Madre, e l’amaro del suo pianto era fuso con il fiele
del mio sacrificio. E, credetelo, di farla soffrire, Lei che non
meritava il dolore, è stata per Me la cosa più costosa…7.9.43
- Il cuore di mia Madre conobbe
il morso delle spade del dolore dal momento in cui la Luce,
lasciando il centro del Fuoco Uno e Trino, penetrò in Lei iniziando
l’Incarnazione di Dio e la Redenzione dell’uomo. 7.9.43
- Io vorrei che per il dolore che
ha straziato mia Madre per voi, voi le deste amore. Amore grande,
tenerissimo, di figli verso la più perfetta di tutte le madri, la Madre
che non ha ancora cessato di soffrire piangendo lacrime celesti sui figli
del suo amore che ripudiano la casa paterna e si fanno guardiani di bestie
immonde: i vizi, anzichè restare figli di re, figli di Dio. 7.9.43
- Sappiate che Io, Dio, non
reputo sminuire Me stesso nell’amare con infinito e venerante amore la
Madre mia, della quale vedo la natura immacolata, opera del Padre, ma
anche ricordo la vita martirizzata di Corredentrice, senza la quale Io non
sarei stato Uomo tra gli uomini e vostro Redentore eterno.7.9.43
- Maria ha attirato a sé milioni
di creature con l’arma soave del suo sorriso e del suo silenzio. Bastava
apparisse perché si chetassero le parole acri o impure, cadessero i
rancori, si calmassero i dolori.
Il suo sguardo purificava, il suo silenzio innalzava, il suo sorriso insegnava.(….) Da essi traspariva il volto di Dio. 8.9.43 - Alla santa e benedetta fu
concesso di esser Portatrice del Verbo, non tanto per la sua natura
immacolata, quanto per la sua umiltà superperfetta.
Tutte le umiltà umane non fanno il tesoro di umiltà
dell’Umilissima che è rimasta tale anche quando seppe il suo destino d’esser la
più Alta di tutte le creature. 12.9.43
- (Maria) fu un abisso di
speranza e perciò ho messo Lei Stella vostra per indicarvi la via del
Cielo. Se in Lei crederete sempre, non conoscerete mai l'orrore della
disperazione e non ucciderete voi stessi con la disperazione. Maria,
Speranza di Dio che attendeva Lei per compiere la Redenzione dell'uomo,
sia dell'uomo, la speranza.
Non perdete, o mortali, la vista della Stella del mattino i cui raggi sono fatti delle sette spade infitte nel suo Cuore dolcissimo e purissimo, infisse per vostro amore. Vivete in Lei. E nella Santa Madre di Dio e che per voi prega, senza stancarsi. 15.9.43 - La mia nascita fu un’estasi
dolcissima. Nel silenzio della notte che isolava dal mondo la dimora
solitaria e umilissima, Maria s’era immersa nelle sue fervide
contemplazioni di Dio. La preghiera di Maria era sempre rapimento in Dio e
uscendo dal rapimento conobbe il Figlio. Fu anzi il primo pianto del
Figlio quello che strappò la Madre dalla contemplazione spirituale di Dio
per portare il suo sguardo a contemplare il miracolo più grande
dell’Universo: un Dio incarnato per la redenzione dell’uomo. 15.9.43
- Maria è Maestra di Dolore come
Io sono Maestro di Vita.
Maria è la Speranza oltre che la Fede e la Carità. 15.9.43 - Maria era l'“Immacolata”,
esente dall'eredità della colpa di Adamo e dei frutti di tale colpa, e in
tale senso avrebbe dovuto essere preservata dal soffrire perché il
Creatore aveva creato la razza umana esente dal dolore e dalla morte, che
è il supremo dolore dell’uomo. Ma Maria era la Corredentrice, e la
missione di Redentore è sempre missione d'infinito dolore.(...) Giusto
quindi che il Dolore fosse il suo compagno. 15.9.43
- Maria che si addormì sul Cuore
di Dio, vive ora in Cielo con la carne glorificata. L'anima che si
addormenta sul Cuore di Maria avrà in Cielo la carne glorificata quando il
tempo sarà compiuto, perchè
Ella è salvezza vostra. 15.9.43
- La morte di Maria fu un altro
rapimento. L'orazione l'avvolse nelle sue bende d'amore, precludendole
ogni sensibilità umana, e
l'Amore le venne incontro per la seconda volta per stringere a sè la Sposa
desiderata da prima che il tempo fosse. 15.9.43
- Maria, ha aderito alla volontà
di Dio sino al sacrificio della sua vocazione, che era dedicarsi
unicamente alle contemplazioni di Dio, e del suo cuore che le fu chiesto
da Dio per essere stritolato.
La divina maternità di Maria è la prova viva della sua adesione alla volontà di Dio.
Gesù che non ha levato alla Madre il suo candore di giglio inviolato, è la testimonianza della condiscendenza di Maria ai voleri di Dio. Ella ha sfidato l’opinione del mondo, il giudizio dello sposo, oltre che abbracciato il suo patibolo di Madre del Redentore, senza esitare. Garantita che Dio non respingeva il dono del suo candore, disse il più alto “fiat” detto da labbra mortali e non ebbe timori: la sua forza era Dio e a Lui Ella fidava il suo onore, il suo futuro, tutto senza riserve. 18.9.43- Vedo l’ovale, piuttosto tondo
del volto di Maria. D’una tinta d'avorio come certi petali di magnolia,
uguale nel colore a quello del Figlio suo, diverso nella forma che in Gesù
è più allungata e magra. Sul viso di fiore solo le labbra e le ciglia
sottili, lievemente scure, mettono un colore.
Gli occhi, non spalancati, ma semivelati dalla palpebra, hanno lo stesso sguardo del Figlio e hanno il colore azzurro di quelli di Gesù ma più pallido. (...)
Gesù ha occhi di zaffiro e Maria di turchese. Lo sguardo serio e mesto di Gesù è in Maria d'una mestizia però unita al sorriso: il sorriso buono di chi è addolorato, ma vuole consolare e incitare nello stesso tempo.
I capelli sono colore del grano maturo o oro zecchino, sempre tendenti al biondo-rosso, ma più biondi che rossi, mentre in Gesù vi è tendenza al biondo-rame.
Le mani lunghe e sottili, dalle dita molto lunghe e affusolate, escono dalle maniche strette col loro polso delicato e bianchissimo. (...)
Il suo corpo glorificato emana luce, una dolcissima luce che mi fa proprio pensare a una lampada ardente davanti al Tabernacolo. 19.9.43- Maria, l'Unità della Trinità
Santa, vi comunica la sua potenza d'amore che attrasse Dio in Lei dal
profondo dei Cieli, e col suo sorriso v'insegna ad amare con la perfezione
che fu sua. 11.10.43
- La Madre mia, la Senza Colpa,
la Tutta bella, la Desiderata da Dio, la Destinata ad essermi Madre,
possedeva l'armonica integrità delle membra, in cui era palese il pollice
modellatore di Dio che l'aveva creata a sua perfetta somiglianza. 15.10.43
- Maria tiene il male sotto il
suo calcagno verginale e, se Maria fosse vostra Regina e voi foste
veramente suoi sudditi e imitatori, il Male non potrebbe più farvi male.
Siate di Maria. Sarete automaticamente di Dio. Perchè Ella è il Giardino chiuso dove Dio sta, il Giardino santo dove Dio fiorisce. Perchè Ella è Fontana dalla quale sgorga l'Acqua Viva che ascende al Cielo e dà il mezzo per ascendere al Cielo: Io, il Cristo. 15.10.49- Santificatevi per vedere Maria.
Anche se nel Paradiso non aveste, per un supposto, a vedere che Lei,
sareste già beati. Perché Paradiso vuol dire luogo dove si gode della
vista di Dio, e chi vede Maria già vede Iddio. Essa è lo specchio senza macchia della
Divinità.15.10.43
- Preghi Maria per il vostro
presente di uomini, insidiato da tanti pericoli. “E nell’ora della
morte”: preghi per voi nell’attimo decisivo della vita. “E
nell’ora della morte”: ossia quando il vostro spirito colpito dal Male
può perire.
Maria è la vincitrice di Satana. La morte vera quella dello spirito, non verrà in coloro che sanno pregare la Madre per l’ora della vita, per l’ora della terra, per l’ora della tentazione e per l’ora della morte. 8.11.43
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