venerdì 16 agosto 2019

il secondo CRISTO

QUADERNI DEL 1943 CAPITOLO 50



6 luglio 1943                                                         


Dice Gesù:
«L’avermi visto cessare di soffrire nella carne fu un sollievo per mia Madre ma non fu "l’allegrezza". Vedeva non più spasimare la Carne del Figlio, sapeva che l’orrore del deicidio materiale era finito.
Ma nella "Piena di Grazia" vi era anche la conoscenza dei secoli avvenire, in cui torme incalcolabili di uomini avrebbero, continuato a ferire spiritualmente il Figlio suo, ed era sola .
Il deicidio non è finito sul Golgota nell’ora della mia morte. Esso si ripete ogni qualvolta un mio redento uccide la sua anima, sconsacra il tempio vivo del suo spirito, leva la mente sacrilega a bestemmiare Me, non solo con il turpiloquio osceno, ma con mille maniere del vivere attuale, sempre più contrario alla mia Legge e sempre più neutralizzante i meriti incalcolabili della mia Passione e Morte.
Maria, Corredentrice eccelsa, non cessa di soffrire, come non cesso Io. Nella gloria intangibile dei Cieli, Noi si soffre per gli uomini che ci rinnegano e ci offendono.
Maria è l’eterna puerpera che vi dà alla luce con un dolore senza pari, perché sa che quel dolore genera non beati al cielo ma, nella maggior parte, dannati all’inferno. Sa che genera creature morte o destinate a morire fra breve. Morte perché su certe creature il mio Sangue non penetra, come fossero di durissimo diaspro. Dalla più giovane età uccidono se stesse. O destinate a morire fra breve ossia coloro che, dopo una larva di vitalità cristiana, soccombono sotto la loro inerzia che niente scuote.
Può Maria non soffrire di vedere perire le sue creature che costano il Sangue del Figlio? Il Sangue sparso per tutti e che giova a così pochi!
Quando il tempo cesserà d’essere, allora Maria cesserà di soffrire, perché il numero dei beati sarà compiuto. Ella avrà generato, con dolore inenarrabile, il corpo che non muore, di cui il suo Primogenito è il capo.
Se considerate questo, potete ben capire come il dolore di Maria fu sommo dolore. Potete capire come - grande nel Concepimento immacolato, grande nella gloriosa sua Assunzione - Maria fu grandissima nel ciclo della mia Passione, ossia dalla sera della Cena all’alba della Resurrezione. Allora Ella fu il secondo - in numero e potenza - il secondo Cristo, e mentre il cielo si oscurava sulla tragedia compiuta e si squarciava il velo del Tempio, i nostri Cuori si squarciarono d’uguale ferita vedendo il numero immisurabile per cui la Passione fu inutile.
Tutto compiuto, in quell’ora, del sacrificio materiale. Tutto da iniziare, in rapporto del cammino delle genti nel solco della Chiesa, nella matrice della Madre Vergine, per dare alla luce gli abitanti della Gerusalemme che non muore.
E, per iniziarsi con quell’impronta di Croce, che tutto quanto è fatto per il Cielo deve portare, si iniziò nel dolore della solitudine.
Era l’ora delle tenebre. Chiusi i Cieli. Assente l’Eterno. Il Figlio nella morte. Maria sola iniziava il suo secondo mistico concepimento

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