domenica 28 maggio 2017

N.E. - GESÙ E LA MADRE/DONNA: “Quale rapporto tra me e te, o donna?”

".....risveglio potente dello spirito, risveglio aiutato da questi nuovi evangelizzatori non soltanto del Cristo ma della Madre di Dio. Alzeranno lo stendardo di Maria. Porteranno a Maria. E Maria, che già una volta fu causa e fonte, indiretta ma sempre potente, della redenzione dell'uomo, lo sarà ancora...."


Riflessione di Max Thurian:
«La presenza della “Madre di Gesù” a Cana, dove Gesù - nel Vangelo di Giovanni - compie il suo primo segno, non è senza significato e senza importanza.
In quel Vangelo Maria riapparirà soltanto in un altro momento fondamentale, sul Calvario, ai piedi della Croce quando sarà “giunta l’ora” decisiva della morte del Messia. Nell’un caso e nell’altro l’evangelista le dà il titolo di “madre di Gesù” (o ”sua madre”; quattro volte a Cana, quattro volte sul Calvario). Sembra che l’evangelista voglia far notare, lungo il corso dell’azione, un cambiamento di Maria nel rapporto con il Cristo: ha svolto il suo compito di madre di Dio, compito che ora ha termine con l’inizio del ministero di Gesù. 

A Cana Cristo si rivolge a lei non chiamandola “madre” ma donna; la risposta di Maria : "Fate quello che Lui vi dirà" segna l'inizio del ministero pubblico di Gesù e la nuova missione di (non piu' di madre di Gesù) ma di Madre della chiesa per Maria. Nell‘invitare i servi ad ascoltare la parola del Cristo e obbedire ai suoi ordini abbandonandosi a Lui, la madre umana che aveva autorità sul Figlio diventa Madre spirituale che partorisce alla fede e all’obbedienza i servi del Maestro e di Maria, precedendo i servi e i discepoli sulla via della fede e dell’obbedienza, già partecipa qui alla maternità spirituale della Chiesa che, per la Parola del Cristo, genera figli al Padre celeste facendoli nascere alla fede e all‘obbedienza. 

Sarà esattamente la stessa cosa quando dall’alto della Croce, con un parallelismo anche troppo evidente per non essere significativo, Gesù le rivolgerà la parola: “Donna, ecco il tuo figlio”». Si direbbe che Gesù voglia indicare che il tempo delle relazioni familiari umane si è compiuto: non può più essere considerato soltanto il figlio umano di Maria e la Vergine non svolge più solo il suo compito di madre umana di Dio.

 Il tempo della Theotokos è terminato; giunge quello della Chiesa-Sposa, che sarà veramente tale per il Figlio di Dio. Maria passa dalla sua funzione di “madre di Gesù” a quella di “donna” nella Chiesa. La Madre di Dio diventa la donna madre spirituale della Chiesa. 

“La Chiesa non è un manufatto finito, ma seme vivente di Dio che vuole svilupparsi e arrivare a maturazione. Per questa essa ha bisogno del mistero mariano, anzi è essa stessa mistero di Maria. Può esserci nella Chiesa fecondità solo se si sottomette a questo segno, solo cioè se diventa terra santa per la Parola. Dobbiamo accettare il simbolo del suolo fertile, dobbiamo diventare nuovamente uomini e donne che aspettano, raccolti all’interno, persone che nella profondità della preghiera, dell’anelito della fede danno spazio alla crescita” (Ratzinger, Maria Chiesa nascente, S. Paolo, p. 8). 

PAOLO VI, alla fine dell’Es. Ap. Marialis Cultus (n.57), commentando le parole di Maria ai servi, trova un altro motivo per collegare Maria alla Chiesa: «Sigillo della nostra Esortazione e ulteriore argomento del valore pastorale della devozione alla Vergine nel condurre gli uomini a Cristo, siano le parole stesse che Ella rivolse ai servitori delle nozze di Cana: “Fate quello che Egli vi dirà ” (Gv 2,5); parole, in apparenza (specie tantum), limitate al desiderio di porre rimedio a un disagio conviviale, ma, nella prospettiva del quarto Evangelo, sono come una voce in cui sembra riecheggiare la formula usata dal Popolo di Israele per sancire l’Alleanza sinaitica (cfr. Es. 19, 8; 24, 3.7; Deut. 5, 27), o per rinnovarne gli impegni (cfr. Ios. 24, 24; Esd. 10, 12; Neh. 5, 12), e sono anche una voce che mirabilmente si accorda con quella del Padre nella teofania del monte Tabor: “Ascoltatelo!” (Mt. 17,5)». 

 Evangelii Gaudium 288:
 «Maria sa riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ed anche in quelli che sembrano impercettibili (perchè ripiena di Spirito Santo). È contemplativa del mistero di Dio nel mondo, ma è anche la donna orante e lavoratrice a Nazaret, ed è anche nostra Signora della premura, colei che parte dal suo villaggio per aiutare gli altri «senza indugio» (Lc 1,39).

 Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di lei un modello ecclesiale per l’evangelizzazione» (testo p. 146). 

In che modo dunque Maria a Cana rappresenta il modello della Chiesa per la nuova Evangelizzazione? 

1. Maria, modello di santità, ha all’origine della sua maternità l’ASCOLTO della Parola e la sua completa adesione alla volontà divina, poichè rinunciò al suo io per assumere il volere di Dio. 

2. Maria specchio di Dio poichè ripiena di Spirito Santo chiede “CONVERSIONE” verso Cristo: la madre come il padre.

3. Maria alla luce della Parola e ripiena di Spirito Santo sa LEGGERE la realtà e RILEVARE la necessità.

 4. Maria inizia a Cana la sua maternità spirituale: rivolgendosi ai “diaconi” perché ascoltino e obbediscano al Figlio, Maria, cioè, CONDUCE a Gesù ed è Gesù che, in risposta all’ascolto obbediente, introduce nella gioia messianica. 

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