lunedì 12 giugno 2017

AVER MARIA CHE L’AMASSE

MARIA VALTORTA

 


 Dice Maria Valtorta:

Maria mi insegna a dire:

"In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo".

        Ella separa le mani unite in preghiera, appoggia la sinistra sul cuore e con la destra, libera della corona, si tocca la fronte guardando al cielo, il petto, le spalle, e poi curva il capo, al "così sia", riunendo le mani come prima, e sorride, di nuovo. Prima, nel segnarsi, non era né seria né sorridente: era assorta in Dio.  Il gesto è molto ampio e lento.

Poi è lo stesso Gesù che ci aiuta a capire chi è Maria SS.

Ascoltiamo allora con profondo rispetto questo poema d' amore che è una delle tante descrizioni   che  Gesù , attraverso Maria Valtorta, ci fa della Sua Santissima Madre. Egli che è stato, già durante la Sua vita sulla terra (purtroppo non riportato dai Vangeli per motivi facilmente comprensibili),  il primo rivelatore di Maria  e in questo Tempo di Maria, aumenta le Rivelazioni della vera "Maria di Nazareth", che per troppo tempo è rimasta nell'ombra!!  

Chi è la Vergine Maria?
Dice Gesù:

"Io ero nei Vangeli già sufficientemente descritto, in un minimo capace di bastare alla salvezza dei cuori. Maria SS. era poco nota; la Sua figura era appena disegnata con linee incomplete che troppo di Lei lasciano in ombra. Ecco: Io l'ho svelata. Ed Io te l'ho data questa perfetta storia di Mia Madre, o Ordine (l'Ordine dei Servi di Maria nel quale Maria Valtorta era Terziaria)  che ti fregi del nome di Maria...E' gloria dell'Ordine, questa..." (Da: I Quaderni del 1945-50  -  6 gennaio 1949 - ed. CEV)

E a questo volere, ben lieta, si piega Maria Valtorta quando confessa: "Io sto molto male e lo scrivere mi pesa molto. Dopo sono un cencio. Ma pur di farLa conoscere, perché sia più amata, non calcolo nulla. Le spalle dolgono? Il cuore cede? La testa spasima? La febbre cresce? Non importa! Che Maria sia conosciuta, tutta bella e cara quale io la vedo per bontà di Dio e Sua, e mi basta" (Da:  I Quaderni del 44 - ed. CEV)  

Dice poi Gesù a Maria Valtorta:

Ho ardente desiderio di portarti con Me nell’azzurro paradisiaco della contemplazione della Verginità di Maria. Ne uscirai con l’anima fresca come fossi tu pure testé creata dal Padre, una piccola Eva che ancora non conosce carne: ne uscirai con lo spirito pieno di luce, perché ti tufferai nella contemplazione del capolavoro di Dio. Ne uscirai con tutto il tuo essere saturo d’amore, perché avrai compreso come sappia amare Dio. Parlare del concepimento di Maria, la Senza Macchia, vuol dire tuffarsi nell’azzurro, nella luce, nell’amore.

      Viene e leggi le glorie di Lei nel Libro dell’Avo:

 “Dio mi possedette all’inizio delle Sue opere, fin dal principio, avanti la creazione. Ab aeterno fui stabilita, al principio, avanti che fosse fatta la terra, non erano ancora gli abissi ed io ero già concepita. Non ancora le sorgenti dell’acque rigurgitavano ed i monti s’erano eretti nella loro grave mole, né le colline eran monili al sole, che io era partorita. Dio non  aveva ancora fatto la terra, i fiumi e i cardini del mondo, ed io ero. Quando preparava i cieli io ero presente, quando con legge immutabile chiuse sotto la volta l’abisso, quando rese stabile in alto la volta celeste e vi sospese le fonti delle acque, quando fissava al mare i suoi confini e dava leggi alle acque, quando gettava i fondamenti della terra, io ero con Lui a ordinare tutte le cose. Sempre nella gioia scherzavo dinanzi a Lui continuamente, scherzavo nell’universo...”

      Le avete applicate alla Sapienza, ma parlan di Lei: la bella Madre, la santa Madre, la vergine Madre della Sapienza che Io sono che ti parlo.
      Ho voluto che tu scrivessi il primo verso di questo inno in capo al libro che parla di Lei,  perché fosse confessata e nota la consolazione e la gioia di Dio; la ragione della Sua costante, perfetta, intima letizia di questo Dio uno e trino, che vi regge e ama e che dall’uomo ebbe tante ragioni di tristezza; la  ragione per cui perpetuò la razza anche quando, alla prima prova, s’era meritata d’esser distrutta; la ragione del perdono che avete avuto.
      Aver Maria che lo amasse. Oh! ben meritava creare l’uomo, e lasciarlo vivere, e decretare di perdonarlo, per avere la Vergine bella, la Vergine santa, la Vergine immacolata, la Vergine innamorata, la Figlia diletta, la Madre purissima, la Sposa amorosa. Tanto e più ancora vi ha dato e vi avrebbe dato Iddio pur di possedere la Creatura delle Sue delizie, il Sole del Suo sole, il Fiore del Suo giardino. E tanto vi continua a dar per Lei, a richiesta di Lei, per la gioia di Lei, perché la Sua gioia si riversa nella gioia di Dio e l’aumenta a bagliori che empiono di sfavillii la luce, la gran luce del Paradiso, ed ogni sfavillio è una grazia all’universo, alla razza dell’uomo, ai Beati stessi, che rispondono con un loro sfavillante grido di alleluia ad ogni generazione di miracolo divino, creato dal desiderio del Dio trino di vedere lo sfavillante riso di gioia della Vergine.”  (L’Evangelo   vol. I - ed. CEV)

 Leggiamo e meditiamo in silenzio Dio che parla della Sua Figlia, Madre e Sposa SS.



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