venerdì 30 giugno 2017

Il 23 giugno 1943 Maria Valtorta vede la Vergine dell'Eucaristia

Gesù in Maria Valtorta parla della Sua Chiesa futura
e delle Sue future voci

362.2    Dice Gesù: “L’uomo si stanca. Vuole le cose rapide. E sogna le cose stolte. Quando si avvede che altro è il sogno dalla realtà, si turba e, se non è di buona volontà, flette. Non ricorda che l’Onnipotente, che poteva in un attimo fare del caos l’Universo, lo fece con fasi ordinate e separate in spazi di tempo detti giorni.
Io devo dal Caos spirituale di tutto un mondo trarre il Regno di Dio. E lo farò. Io ne costruirò le basi, le sto costruendo, e devo spezzare la roccia durissima per tagliarvi dentro le fondamenta che non crolleranno. Voi (apostoli) alzerete lentamente i muri. I vostri successori continueranno l’opera, in altezza e in larghezza. Come Io morirò nell’opera, così voi morirete, e ce ne saranno altri e altri che moriranno cruentemente o incruentemente, ma consumati da questo lavoro che richiede spirito di immolazione, di generosità, e lacrime, e sangue, e pazienza senza misura...
Contro le vostre frette, stanchezze, sconforti e così via, la Chiesa richiede calma, costanza, sforzo, fiducia. Ella richiede il sacrificio di tutti i suoi membri. Da Me che ne sono Fondatore e che ne sono la mistica Testa, a voi, a tutti i discepoli, a tutti quelli che avranno nome di cristiani e appartenenti alla Chiesa universale.
E in verità nella grande scala delle gerarchie saranno sovente i più umili, coloro che sembreranno semplicemente dei “numeri”, quelli che renderanno veramente vitale la Chiesa. In verità dovrò sovente rifugiarMi in questi per continuare a mantenere viva la fede e la forza dei sempre rinnovati collegi apostolici, e di questi apostoli dovrò farne dei tormentati da satana e dagli uomini invidiosi, superbi e increduli.
Né il loro martirio morale sarà meno penoso di quello materiale, presi come saranno fra la volontà attiva di Dio e la volontà malvagia dell’uomo, strumento di satana, che cercherà con ogni studio e violenza di farli apparire menzogneri, folli, ossessi, per paralizzare la Mia opera in loro e i frutti della stessa che sono altrettanti colpi vittoriosi contro la Bestia. E resisteranno anche senza averMi materialmente con loro.
Dovranno credere non solo a ciò che è dovere di credere, ma anche alla loro segreta missione, crederla santa, crederla utile, crederla venuta da Me, mentre intorno a loro fischierà satana per terrorizzarli, e urlerà il mondo per deriderli, e i non sempre perfettamente luminosi ministri di Dio per condannarli.
Questo è il destino delle Mie future voci.
Eppure non avrò altro modo che questo per scuotere, riportare al Vangelo e al Cristo gli uomini! Ma per tutto quello che avrò richiesto da loro, imposto loro e da loro ricevuto, oh! darò loro eterna gioia, una gloria speciale!
In Cielo è un Libro chiuso.
Solo Dio può leggerlo.
In esso sono tutte le verità.
Ma Dio talora leva i sigilli e risveglia le verità già dette agli uomini costringendo un uomo, eletto a tale sorte, a conoscere passato, presente e futuro quale il misterioso Libro lo contiene. Avete mai visto un figlio, il più buono della famiglia, od uno scolaro, il più buono della scuola, essere chiamato dal padre o dal maestro a leggere in un libro di adulti e ad averne spiegazione? Sta a fianco del padre o del maestro, circondato da un loro braccio, mentre l’altra mano del padre o del maestro segna con l’indice le righe che vuole lette e conosciute dal prediletto.
Così fa Dio con i Suoi consacrati a tal sorte. Li attira e li tiene col Suo braccio, e li forza a leggere ciò che Egli vuole, e saperne il significato, e a dirlo poi, e averne scherno e dolore.
Io, l’Uomo, sono il Capostipite di coloro che dicono la Verità del Libro celeste, e ne ho scherno, dolore e morte. Ma il Padre già prepara la Mia Gloria. Ed Io, salito ad essa, preparerò la gloria di quelli che avrò forzato a leggere nel Libro chiuso i punti che ho voluto, e al cospetto di tutta l’Umanità risorta e dei cori angelici Io li indicherò per quello che furono, chiamandoli presso di Me mentre aprirò i sigilli del Libro che ormai sarà inutile tenere chiuso, ed essi sorrideranno rivedendo scritte, rileggendo le parole che già furono loro illuminate quando soffrivano sulla terra ...
Non ci saranno solo i beati a vedere questo. Ma tutta l’Umanità. E nella parte dei dannati molti saranno di coloro che hanno deriso le voci di Dio come quelle di folli e di indemoniati, e li avranno tormentati per quel loro dono. Lunga ma doverosa rivincita concessa a questi martiri della ottusità malvagia del mondo”.


Maria Valtorta riceve la missione il 23 aprile 1943
I quaderni del 45-50 pag. 363

«Mai avrei pensato, sino al 1943, 23 aprile, Venerdì Santo, che il Maestro divino volesse, da Amico divino che mi guidava da decenni, farsi mio Maestro e rivelarmi tanti misteri e fatti; mai avrei pensato di poter capire cose tanto alte mentre il lume del suo Raggio mi faceva capace di capire..»..

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L’Immagine della Vergine dell’Eucaristia

23.9 Dice Maria SS.: «Io sono l’eterna Portatrice di Gesù. Egli è nel Seno Mio, come tu (Maria Valtorta) Lo hai visto lo scorso anno, come Ostia nell’ostensorio. Chi viene a Me, Lui trova. Chi a Me si appoggia, Lui tocca. Chi a Me si volge, con Lui parla.
Io sono la Sua veste.
Egli è l’anima Mia.
Più, più ancora unito, ora, di quanto non fosse nei nove mesi che Mi cresceva in Seno, il Figlio Mio è unito alla Sua Mamma. E si assopisce ogni dolore, e fiorisce ogni speranza, e fluisce ogni Grazia a chi viene a Me e Mi posa il suo capo sul Seno».


Maria è la Pisside

30. 11 Dice Gesù: «È sempre Maria quella che vi dà Gesù. È Lei la Portatrice dell’Eucaristia. È Lei la Pisside viva. Chi va a Maria trova Me. Chi Mi chiede a Lei, da Lei Mi riceve.”


34.15 Un Grembo portante l’Ostia
(La visita dei Magi a Gesù-Bambino)

Dice Gesù: «E, giunti davanti ad una povera casa, nella più meschina città di Giuda, essi non crollano il capo dicendo: “Impossibile”, ma curvano la schiena, le ginocchia e specie il cuore, e adorano. Là, dietro quel povero muro è Dio… Egli è là, dietro quel povero muro. Chissà se il Suo Cuore di bambino, che è pur sempre il cuore di un Dio, non sente questi tre cuori che, proni nella polvere della via, squillano:
“Santo, Santo, Santo. Benedetto il Signore Iddio nostro. Gloria a Lui nei Cieli altissimi e pace ai Suoi servi. Gloria, gloria, gloria e benedizione”?
Essi se lo chiedono con tremore di amore. E per tutta la notte e la seguente mattina preparano con la preghiera più viva lo spirito alla comunione con il Dio-Bambino. Non vanno a questo altare, che è un grembo portante l’Ostia divina, come voi vi andate con l’anima piena di sollecitudini umane. Essi dimenticano sonno e cibo e, se prendono le vesti più belle, non è per sfoggio umano ma per fare onore al Re dei re…».


637.6   La Vergine è il Ciborio

Dice Gesù: «Sta’ sicura, Mamma, che Io non Ti lascerò mai. Uscirò dal Tuo Cuore quei pochi istanti necessari alla Consacrazione del Pane e del Vino per tornarvi poi, dopo esserMi staccato da Te a fatica, con un’ansia d’amore pari alla Tua, o Mio Cielo vivo di cui Io sono il Cielo.
Non saremo mai tanto uniti come d’ora in poi. Prima c’era la Mia incapacità embrionale, poi la Mia puerizia, e poi la lotta della vita e del lavoro, e poi la missione, e poi la Croce e il Sepolcro a tenerMi lontano e impedito a dirti quanto Io Ti amo. Ma ora sarò in Te non più creatura che si forma, non più presso a Te fra gli ostacoli del mondo che interdice la fusione di Due che si amano. Ora sarò in Te come Dio, e nulla, nulla nella Terra e nel Cielo sarà atto a separare Me da Te, Tu da Me, Madre santa. Ti dirò parole di ineffabile amore, Ti darò carezze di inesprimibile dolcezza. E Tu Mi amerai per chi non Mi ama.
Oh, Tu colmi la misura dell’amore, che il mondo non darà al Cristo, col Tuo amore perfetto, Mamma.
Perciò, più che un addio, il Mio è il saluto di chi esce per un momento, come andassi a coglier rose e gigli in questo giardino fiorito. Ma Ti porterò dal Cielo altre rose ed altri gigli più belli di questi, qui fioriti. Te ne empirò il Cuore, Mamma, per farTi dimenticare il puzzo della Terra, che non vuole essere santa, e anticiparTi l’aura del beato Paradiso, dove sei attesa da tanto amore.
E l’Amore, che non sa attendere, verrà su Te fra dieci giorni. Fatti bella della Tua più bella letizia, o Madre Vergine, ché il Tuo Sposo viene. L’inverno è passato...le vigne in fiore mandano il loro profumo, ed Egli canta: “Sorgi, o tutta bella. Vieni, o mia Sposa, sarai coronata” Del Suo Fuoco Ti coronerà, o Santa e Ti farà felice del Suo Spirito, che si infonderà in Te con tutti i Suoi splendori, o Regina della Sapienza, Sua Regina, che hai saputo comprenderLo sin dal mattino della Tua vita ed amarLo come creatura al mondo mai amò».

Gesù ai lettori di Maria Valtorta:
«Non discutete se Io potevo essere realmente in Maria. Se voi dite che Dio è in cielo e in terra e in ogni luogo, perché potete dubitare che Io potessi essere contemporaneamente in Cielo e nel Cuore di Maria, che era un vivo Cielo. Se voi credete che Io sia nel Sacramento e chiuso nei vostri cibori, perché potete dubitare che Io fossi in questo purissimo e ardentissimo Ciborio che era il Cuore di Mia Madre?
Che cos’è l’Eucaristia? È il Mio Corpo e il Mio Sangue uniti alla Mia Anima e alla Mia Divinità. Ebbene, quando Ella si incinse di Me, che aveva nel seno di diverso? Non aveva il Figlio di Dio, il Verbo del Padre col Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità? Voi non Mi avete forse perché Maria Mi ha avuto e Mi ha dato a voi dopo averMi portato per nove mesi? Ebbene, come Io ho lasciato il Cielo per dimorare nel seno di Maria, così, ora che lasciavo la terra, eleggevo il seno di Maria per Mio Ciborio. E quale ciborio, in quale cattedrale, più bello e santo di questo?
La Comunione è un miracolo di amore che Io ho fatto per voi, uomini. Ma, in cima al Mio pensiero d’amore, raggiava il pensiero di infinito amore di poter vivere con Mia Madre e di farLa vivere con Me sinché non fossimo riuniti in Cielo.
Il primo miracolo lo feci per la gioia di Maria, a Cana di Galilea. L’ultimo miracolo, anzi gli ultimi miracoli, per il conforto di Maria, a Gerusalemme. L’Eucaristia e il  velo della Veronica. Questo, per dare una stilla di miele all’amaritudine della Desolata. Quello, per non farLe sentire che non c’era più Gesù sulla Terra.
Tutto, tutto, tutto, ma capitelo una volta (per tutte), voi avete per Maria! Dovreste amarLa e benedirLa ad ogni vostro respiro».


I quaderni del ‘43 pag. 184
Maria è la Vittima e la sua è una vita eucaristica

«La vita di Maria, Mia Madre, fu tutta eucaristica. La vita di Maria, la piccola vittima, deve essere tutta eucaristica.
Se Eucaristia vuol significare comunione, Maria visse eucaristicamente per quasi tutta la vita. Poiché Io in Mia Madre ero prima d’essere, come uomo, al mondo. Né, quando come uomo al mondo non fui più, cessai d’essere in Lei. Non ci siamo più separati dal momento in cui l’ubbidienza fu santificata sino all’altezza di Dio, ed Io divenni Carne nel Suo seno così puro che gli Angeli lo sono meno al paragone, così santo che tale non è nessun ciborio che M’accolga.
Solo nel Seno di Dio vi è perfezione di Santità maggiore a quella di Maria. Ella è, dopo Dio Uno e Trino, la Santa dei Santi. Se fosse concesso a voi mortali di vedere la bellezza di Maria quale essa è, ne restereste rapiti e santificati. Non c’è paragone nell’Universo che valga a dirvi cosa è Mia Madre. Siate santi e La vedrete.
E se vedere Dio è la gioia dei beati, vedere Maria è la gioia di tutto il Paradiso. Perché in Lei non soltanto si beano i cori angelici e le schiere dei Santi, ma il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo La contemplano come l’opera più bella della loro Trinità d’amore.
Non ci siamo mai separati tra Noi due. Ella aspirava a Me con tutta la forza del Suo cuore verginale e immacolato attendendo il promesso Messia. Comunione purissima di desiderio che attirava Me dal profondo del Cielo. Più viva comunione dal momento della beata Annunciazione sino all’ora della morte sulla Croce.
I Nostri spiriti erano sempre uniti dall’amore.
Comunione d’amore intensissimo e di immenso dolore durante il Mio marti­rio e nei giorni della Mia sepoltura. Comunione eucaristica dopo la gloriosa Risurrezione e l’Ascensione sino all’Assunzione che fu eterna unione della Madre purissima col Figlio divino.
Maria è stata l’anima eucaristica perfetta. Sapeva trattenere il Suo Dio con un amore ardente, una purezza superangelica, un’adorazione continua. Come separarsi da quel cuore che viveva di Me? Io rimanevo anche dopo la consumazione delle specie.
Le parole dette a Mia Madre nei Miei trentatré anni che Le fui figlio sulla terra, non sono niente di fronte ai colloqui che Io-Eucaristia ebbi con Lei-Ciborio. Ma quelle parole sono troppo divine e troppo pure perché mente d’uomo le possa conoscere e labbra d’uomo ripetere. Nel Tempio di Gerusalemme solo il sacerdote entrava nel Santo dei Santi dove era l’Arca del Signore. Ma nel Tempio della Gerusalemme celeste solo Io, Dio, entro e conosco i segreti dell’Arca santissima che è Maria, Mia Madre.
Sforzati d’imitare Maria. E, poiché è troppo ardua cosa, di’ a Maria che ti aiuti. Ciò che all’uomo è impossibile, è possibile a Dio, possibi1issimo poi se chiesto in Maria, con Maria, per Maria».

I quaderni del ‘43 pag. 57-8
Visione della Vergine dell’Eucaristia del 23 giugno 1943
(La data del 23 giugno corrisponde a quella in cui Gesù rivela a J.N.S.R. “il segreto di Maria”).

Stamane vedo la Madonna. Pare seduta, sorridente con amore, e mestizia insieme però. Ha il manto scuro che Le scende dal capo, aperto sulla veste pure scura, sembra marrone. Alla vita ha una cintura scura. Sembrano tre toni di marrone. In testa, sotto al manto, deve avere un velo bianco perché ne intravedo un lieve filino.
Sul mezzo del petto raggia un’Ostia grandissima e bellissima.
E – quello che costituisce il mirabile della visione – pare che attraverso le Specie (che qui paiono come un quarzo bellissimo: sono pane, ma paiono cristallo brillante), appaia un bellissimo bimbo. Il Bimbo-Dio.
La Madonna, che ha le braccia aperte per tenere aperto il manto, guarda me e poi china il volto e lo sguardo adoranti sull’Ostia che sfavilla nel Suo seno. Nel Suo petto, non sopra al petto. È come se, per dei mistici raggi X, io potessi vedere nel petto di Maria, o meglio è come se dei raggi X facessero apparire al di fuori quello che è dentro a Maria. Quasi Questa fosse di un corpo senza opacità. Non so spiegare.
Insomma io vedo questo e Gesù me lo spiega. La Vergine non parla. Sorride solo. Ma il Suo sorriso è eloquente come mille parole e più ancora.
Come mi piacerebbe saper dipingere per fargliene ( al padre spirituale) copia e fargliela vedere. E soprattutto le vorrei far vedere le diverse luminosità. Sono tre: una, di una pacata soavità, costituita dal corpo di Maria, è l’involucro esterno e protettore della seconda, raggiante e viva luminosità costituita dalla grande Ostia.
Una luce vittoriosa, direi, per usare parola umana, la quale fa da involucro interno al Gioiello divino che splende come fuoco liquido di una bellezza che non si descrive e che è, nella Sua infinita bellezza, infinitamente dolce, ed è il piccolo Gesù che sorride con tutte le Sue carni tenerelle e innocenti per la natura Sua di Dio e per la età Sua di infante.
È uno splendore, questo terzo sotto i veli degli altri due splendori, che non c’è paragone a descriverlo. Bisogna pensare al sole, alla luna, alle stelle, prendere le luci diverse di tutti gli astri, farne un unico vortice di luce che è oro fuso, diamante fuso, e questo dà una pallida similitudine di quanto vede il mio cuore in quest’ora beata. Cosa sarà il Paradiso avvolto da quella luce?
Ugualmente non c’è paragone atto a dire la dolcezza del sorriso di Maria. Regale, santo, casto, amoroso, mesto, invitante, confortevole…sono parole che dicono uno e dovrebbero dire mille per accostarsi a quello che è quel sorriso verginale, materno, celeste.


Maria Valtorta definisce la visione di Maria SS. del ’43 col titolo di Vergine dell’Eucaristia.
I quaderni del ‘44 pag. 347(visione della Pentecoste).

Maria è vestita di azzurro cupo. Sotto ha il velo bianco. Ma ha anche il manto sul capo. L’unica a capo coperto. E mi ricorda molto la Vergine dell’Eucaristia quale Mi apparì lo scorso mese di giugno (1943).

 


I quaderni del ‘45-50 pag. 274 

Mia Madre fu la perfezione delle anime eucaristiche. Eucaristia vuol dire avere in sé Dio con la Sua Divinità e con la Sua Umanità


«Maria, Mia Madre, fu la perfezione delle anime eucaristiche. Eucaristia vuol dire avere Dio in se stessi con la Sua Divinità e con la Sua Umanità. Maria ebbe Dio nel Suo spirito con la Sua Divinità da quando fu concepita nel seno di Anna; ebbe Dio con la Sua Umanità quando da figlia divenne Sposa di Dio e di Dio fu gravida; ebbe Dio con il Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità, dalla sera del Giovedì Santo alla Sua Dormizione, perché l’Eucaristia fu il Suo Cibo, e il Suo Seno e il Suo spirito fu il ciborio dell’Eucaristia».


I quaderni del ‘44 pag. 560
Maria è la Santa Pisside

«Nessuno, per grande che sia, può venire nel Mio cospetto se non riconosce in Maria, Porta chiusa da cui solo Dio è entrato, la Madre del Salvatore, la Madre-Vergine, la Madre divina.
Io l’ho accomunata alla Mia sorte di Vivente in Cielo per dirvi quale sia la Sua gloria. Unicamente inferiore a Dio Ella è, perché da Lui creata. Ma la Sua Maternità e il Suo Dolore di Corredentrice La fanno eccelsa su ogni creatura. Porta di Dio, da Essa sgorga Fede, Speranza, Carità; da Essa temperanza, giustizia, fortezza, prudenza; da Essa Grazia e grazie; da Essa salute, da Essa vi viene il Dio fatto Carne.
O Madre Mia!
Per il Pontefice e per l’ultimo dei credenti sei Tu la santa Pisside in cui l’Eucaristia attende di essere data a chi crede. Tutte le Grazie passano attraverso il Tuo corpo Inviolato, attraverso il Tuo Cuore immacolato. E misteri e Verità, e Sacramenti e doni, vengono conosciuti con vera sapienza e gustati con conoscenza e frutto solo da quelli che sanno chiederli a Te, davanti a Te.
Tu schermo fra il Sole e le anime e fra le anime e Dio, per cui la Divinità può esser contemplata dall’uomo e l’umanità esser presentata al Perfetto. Tu, Madre che hai dato Dio all’uomo e dai l’uomo a Dio, istruendolo col Tuo sorriso e col Tuo amore.
Mio piccolo Giovanni (Maria Valtorta), vieni sempre a Me passando per Maria. È il segreto dei santi. E la Porta chiusa, che non si aprì né s’aprirà mai per violenza umana, la Porta santa per cui solo Dio può passare, si apre al tocco di amore di un figlio di Dio. Si apre benigna. Quanto più umile e semplice è quello spirito che a Lei si volge e tanto più Ella si apre e vi accoglie. Vi accoglie per insegnarvi la Sapienza e l’Amore tenendovi fra le Sue braccia di Madre».

I quaderni del 45-50 ( 16-5-47) pag. 456
Visione del Cuore-Ostia di Maria SS. così come è anche nella Rivelazione di Amsterdam della “Signora di tutti i popoli” quando la Vergine apparirà in cielo il giorno del Suo riconoscimento con i titoli di Corredentrice, Avvocata e mediatrice, giorno questo anche del “Miracolo” di Garabandal (Spagna).

«Ho la visione e la comprensione di quello che è il Cuore Immacolato di Maria.
Visione: uno splendidissimo Cuore simile a una raggiante luna, simile a luminosa perla dalla luce lunare... È tutto luce. Una paradisiaca luce! Più bianca di Ostia raggiante in un ostensorio!Più luminoso di luna splendente in tersissimo cielo! Più vago di enorme perla! Tutto luce! Splende là, al  centro del petto purissimo. Un candore che brilla nel candore del corpo glorificato di Maria SS. di Fatima...
E lo Spirito Santo mi dà questa lezione e comprendo:
Da quel Cuore vennero le stille per formare il Cuore all’incarnato Verbo. Da quale candore doveva venire quel sangue necessario a formare l’embrione umano del SS. Figlio di Dio! Sangue purissimo da purissima Sorgente. Candore che sgorga da fonte immacolata per circondare di candore l’Anima creata al Verbo, concepito dall’Amore col Candore. Sui palpiti di stella purissima di questo Cuore, Delizia Mia, si è informato il pulsare del Cuor divino.
Pensa tu quale perfezione totale di sentimenti e di movimenti avrà avuto questo Cuore immacolato sul ritmo del quale – ritmo di palpiti fisici, ritmo di palpiti morali, ritmo di palpiti spirituali – si formò ad esser Cuore d’Uomo-Dio il cuore del Figlio concepito dalla Vergine.
Guarda, bèati. Non c’è luce più bella in Paradiso, dopo la Nostra, di questa. E non c’è luce più dolce. Non c’è. Noi, i Tre gloriosi, troviamo in questa luce la gioia nostra. I beati la loro. Gli Angeli la loro. Il Paradiso splende di questa luce dell’immacolato Cuore di Maria Nostra. Quella  luce che tu dici indescrivibile, ed è voce e letizia del paradiso, promana da questo Seno, da questo Cuore dell’eterna Vergine.
Volesse l’uomo che si spandesse sulla Terra! Sarebbe la seconda redenzione, il secondo perdono... la finale Salvezza! Oh! il perdono al mondo per Maria!
Ma il mondo respinge la Madre che lo partorirebbe alla pace.

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