domenica 24 gennaio 2016

Uno dei regni dell'anticristo : ISLAM

1.3. '666 X 1': L’APOGEO DI UNO DEI REGNI DELL’ANTICRISTO


Dalla moltiplicazione per uno, per due e per tre del numero della bestia, secondo un procedimento previsto dalla numerologia, abbiamo tre diversi prodotti: 666, 1332, 1998, che indicano dei momenti forti della presenza dell’Anticristo nella storia. Si tratta, pertanto, di una lettura teologica della storia e non di un mero riferimento storico. Non serve cercare che cosa é avvenuto in quell’anno, quanto piuttosto che significato ha avuto nella storia della Chiesa, e precisamente nell’evoluzione spirituale di questa, sapendo di essere, come dice san Paolo, in lotta non con il mondo o con la carne, ma contro i principati, le potestà e i troni dell’inferno. Notiamo da subito che le date indicano una progressione triangolare della micidiale potenza dello Spirito dell’Anticristo. Ogni sua venuta segna un duro colpo alla cristianità, e l’ultimo può esserle mortale se non si presta ascolto ai messaggi celesti. Ma andiamo con ordine. La venuta dell’Anticristo-spirito nel 666 d.C. ha sferrato il suo primo colpo, attaccando dottrinalmente il cristianesimo nelle sue fondamenta religiose, ossia il mistero della Trinità e il mistero della divinità di Gesù Cristo, con l’espansione politico-religiosa dell’Islam. Attenzione! L’anno indica non un singolo fatto storico, ma un periodo nel suo massimo vertice.

Infatti nel 666 d.C. si ha il culmine dell’espansione dell’Islam con il periodo del Califfato degli Omayyadi (661-750). Durante questo periodo i musulmani hanno già conquistato il Turkestan, l’Africa del Nord e la Spagna meridionale. Maometto, il fondatore dell’Islam, muore nel 632 e l’armata islamica fu fermata, per il decisivo intervento della Madonna, nel 732 a Poitiers (Francia) dal valoroso esercito di Carlo Martello. Che cosa é l’Islam? Vi chiederete, come é nato? Che rapporto vi é tra cristianesimo e islamismo? Perché la Madonna ravvisa nell’Islam la presenza dell’Anticristo? Vittorio Messori, con la sua lucida e precisa analisi storica dell’evento Islam, può darci una mano nel decifrare il mistero.

Vediamo in particolare come ha attaccato la fede cristiana Muhammad, il "degno di lode", il nostro Maometto. II suo pensiero, dopo una breve tradizione orale, é stato condensato in un libro, il Corano (=rivelazione a voce). Per i cristiani il Corano e uno scandalo: "lo scandalo di un ’Nuovissimo Testamento’, che dichiara superato il Nuovo Testamento cristiano" (Messori 1992: 612). Noi cristiani, che crediamo terminata la rivelazione divina (cominciata con Abramo e Mosé e terminata in Cristo), veniamo relegati a gente sorpassata, da compatire, perché avanzata si dall’Antico Testamento ma fermatasi li, senza passare al Corano, visto come la terza parte delle Scritture che iniziano con la Torah ebraica.

Ma la conversione delle popolazioni, un tempo, badate, cristiane, non avvenne per folgorazione. L’apostasia avvenne ad opera delle vicende militari e poi per la politica sociale (imposizione del diritto coranico), fiscale (chi non si convertiva pagava più contributi) e matrimoniale (solo i musulmani potevano sposare le cristiane), ma anche per le divisioni interne ai cristiani (il patriarcato di Alessandria si era staccato dal patriarcato di Costantinopoli per ragioni teologiche). A questo aggiungiamo una certa povertà teologica, maturatasi con la rottura della Tradizione e con l’uso esagerato del metodo allegorico di Origene, che proprio nella scuola di Alessandria ebbe il suo massimo utilizzo a scapito della corretta interpretazione e della Bibbia e della Tradizione.

Tra i massimi responsabili di questo gravissimo attentato alla Parola di Dio scripta et tradita, vi sono Origene, Tertulliano e Marcione. Quest’ultimo rifiutava perfino I’Antico Testamento in favore di alcuni libri del Nuovo. Pertanto i cristiani, impreparati a discernere lo Spirito dell’Anticristo e dello Pseudoprofeta, divisi tra diverse fazioni, avendo accolto l’immondezza delle eresie, si trovarono sguarniti di fronte all’ondata islamica. La caduta della Chiesa africana e di parte di quella mediorientale, deve esserci di esempio e di sprono per riaccostarci alle Scritture e riconoscere la strategia dell’Anticristo e l’azione di Dio, azione contrastata dalla Madre di Gesù, attraverso i suoi "capi" (gerarchia ecclesiastica) e i suoi "soldati" (i fedeli). E non si dica poi che non ne sapevamo niente! Non facciamoci sorprendere dal Nemico! Tutti i problemi teologici, politici, spirituali, morali, ruotano intorno alla stretta osservanza della Parola di Dio.
È questo il nocciolo del problema. È qui che dobbiamo fissare la nostra attenzione, il nostro cuore e il nostro spirito. Gesù promette a chi osserva la Sua Parola, il massimo: "Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; la Parola che voi ascoltate non é mia, ma del Padre che mi ha mandato" (Gv 14, 23-24). E, in effetti, chi ha amato Gesù ha preferito alla mezzaluna la croce del martirio piuttosto che cadere nel peccato di apostasia. Anche noi, nel caso che la situazione mondiale precipiti a sfavore della Chiesa Cattolica, ormai unico baluardo della Verità, dobbiamo prepararci al martirio, come suprema testimonianza della nostra fedeltà a Cristo, alla Chiesa e alla Parola di Dio.
Intanto, prima che ciò accada, cerchiamo di testimoniare la fedeltà a Cristo e alla Chiesa rimanendo fedeli alla Bibbia che hanno trasmesso i primi cristiani e non le successive falsificazioni ad opera della Chiesa africana. La Chiesa africana fu infedele in questo compito e venne cancellata da una micidiale persecuzione. Non ebbe il sostegno della divina Provvidenza! Che ciò sia di monito a tutte le altre Chiese. La Madonna se ha detto che nel 666 c’é stata la prima manifestazione dell’Anticristo, non si sbaglia di certo, ed infatti lo documenteremo ancora.
Maometto si presentò ai suoi connazionali arabi come il "Messia", nel senso di rivelatore atteso e annunciato dalle Scritture giudeo-cristiane, fino al punto di falsificare il Vangelo stesso per dimostrare che la sua comparsa era predetta. Lo ripeto: tutti i guai dell’umanità sono provocati dalle falsificazioni delle Sacre Scritture. Basta una distrazione o un metodo sbagliato per la interpretazione ed ecco sventure a non finire. Che cosa ha fatto Muhammad? Ha cercato di farsi accettare sia dagli Ebrei che dai cristiani come il Messia atteso. Si é inventato di fronte agli Ebrei, scomodando la voce di Dio stesso, una sorta di albero genealogico che gli desse legittimità, inserendolo nel monoteismo giudeo-cristiano. Eccolo, dunque, assicurare che la Kaaba, il santuario della Mecca, era stato costruito da Abramo stesso, aiutato da Agar, la moglie schiava, e dal figlio Ismaele.
"Eccolo costruire, quello che Francesco Gabrieli chiama una fantastica, incredibile protostoria araba della quale tutto il Corano risuona, per tentare di inserire lui, l’isolato profeta, nella storia precedente" (cit. in Messori 1992: 632). Ai cristiani, invece, fece credere che Gesù stesso ne avrebbe predetto l’arrivo. Leggiamo nella Sura 61, versetto 6: Ricorda quanto Gesù, figlio di Maria, disse: "0 figli di Israele, io sono l’apostolo di Dio inviato a voi per confermare il Pentateuco che vi é stato dato prima di me e per annunciare un apostolo che verrà dopo di me il cui nome sarà ‘Ahmad’ ". Il Profeta, in effetti, aveva due nomi: Muhammad e Ahmad. Entrambi derivano dal verbo ’lodare’; Ahmad é un superlativo e significa "lodatissimo".
Ma dove mai Gesù annuncia l’arrivo di un Ahmad? Nel vangelo di Giovanni, risponde l’Islam, prima che i cristiani lo manipolassero per non riconoscere I’apostolo arabo. Leggiamo in effetti in Giovanni, nel discorso di addio di Gesù ai suoi: "lo pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce" (Gv 14, 16s). Quel Consolatore (il quale, come ci spiegano ancor meglio altri passi evangelici é lo Spirito Santo) si dice in greco Parakleton, da cui il nostro ‘Paraclito’.
Ma, nella lingua greca, c’é una parola dal suono simile, periclytos, che vuol dire ‘nobilissimo’ o anche ‘lodatissimo’: in arabo, Ahmad, il nome di Maometto... Ecco la falsificazione operata dagli islamici per farsi accettare dai cristiani. Ma i più accorti se ne resero conto, ed opposero una strenua difesa. Chi invece aveva una cultura superficiale, e sono i più del Vangelo, furono tratti in inganno. E non crediamo che sia stato un caso isolato nella storia. Tuttora, innumerevoli sette operano la falsificazione dei testi sacri in modo davvero fantasioso. Non dimentichiamo le tante apostasie dei cristiani ad opera dei Mormoni, dei Testimoni di Geova, degli Avventisti del Settimo Giorno, dei Bambini di Dio, del Movimento di Riunificazione del reverendo Moon, dei Rastafariani ...solo per citare alcune sette pseudo- cristiane.
Tuttavia non manco, successivamente, a livello teologico, una opposizione convinta e decisa nel ritenere Maometto un ‘falso profeta’. Così la pensavano Giovanni di Segovia (De mittendo gladio spiritus saracenos, 1455); Dionigi il Certosino (Contra perfidiam Mahometi, 1460); Giovanni di Torquemada (Defensorium fidei, 1473); e soprattutto L. Marroci (Alcorani textus universus; cfr. in Lelong 1989: 69). Per una analisi complessiva del fenomeno Islam non possiamo considerare solo il Corano, ma anche le tradizioni che sono sorte a partire da Maometto.
E le tradizioni non fanno certo onore al messaggio coranico. Infatti a convalidare la tesi demonologica, é proprio la storia islamica. Siamo a conoscenza di una tradizione occulta che fa riferimento allo stesso Profeta. Afferma il giudice Carlo Palermo:
"Secondo gli sciiti, Ali, genero di Maometto, era stato da questi iniziato alle conoscenze segrete che ogni ‘iman’(capo) trasmetteva ereditariamente sotto forma di una ‘sostanza
celeste luminosa, che faceva di lui qualcosa di molto simile a una divinità incarnata. Gli ‘iman’ furono in tutto dodici per gli sciiti detti duodecimali, e ciò sino all’anno 878. Da allora la dinastia degli iman si sarebbe tenuta misteriosamente nascosta per riapparire con i ‘madhi; definitivamente, alla fine del mondo" (Palermo 1996: 114).
II giudice Palermo é un grande esperto del mondo dell’Islam, delle sue suddivisioni confessionali e delle frange estremiste che operano in tutto il mondo (compreso in Italia) in collaborazione - badate bene - con la massoneria e la mafia. Dunque, siamo in possesso di fonti sicure. II testo citato solleva un nugolo di domande, cui bisogna rispondere. Chi ha istruito nell’occultismo Maometto? Che cosa é questa sostanza celeste che si trasmette da iman ad iman fino alla fine dei tempi? E perché gli iman si sono organizzati a gruppi di dodici? Che cosa lega alcune frange islamiche alla massoneria internazionale? Alla base della rivelazione di Maometto sta una presunta apparizione angelica, ma anche dei contatti che ebbe, da mercante qual’ era, con gli ebrei.
L’ipotesi più verosimile é la seguente: Maometto ebbe un’iniziazione occulta dagli Ebrei della tribù maledetta, i figli della terra di Dan, che si tramandano il grande segreto della nascita dell’Anticristo e hanno il ’potere’ di evocarne lo spirito, tramite dei rituali, che gli stessi massoni conoscono grazie alla tradizione sorta dai cavalieri crociati. Maometto, in uno di questi rituali, ha avuto l’apparizione celeste dell’Anticristo e il mandato per creare le possibilità idonee alla venuta dell’Anticristo-uomo: distruzione del cristianesimo ed opere inique.
Maometto tramando il diabolico segreto al genero Ali e questi a un gruppo di dodici iman. È chiara la subdola intenzione di imitare, e qui incide l’azione dello Spirito dello Pseudoprofeta, la struttura della chiesa primitiva, fondata sui dodici apostoli. La ’sostanza celeste’ che si trasmettono tramite rituali é l’imitazione diabolica del ’crisma’ apostolico. Gli iman possiedono un ’crisma diabolico’ che conferiscono alla stregua dell’investitura vescovile. Anche tra i massoni vi é un rituale di ’investitura’ che fa pensare a qualcosa di analogo. Possono sembrare queste delle facili congetture demonologiche, eppure la verità sale sempre a galla. Cosi scopriamo nella tradizione coranica, qual’ é il vero dio che adorano, e non é sempre il nome di Allah quello che affiora dalle loro credenze, ma nientemeno che Satana. II grande filosofo Abu Hamid (1058-1112), fratello di Muhammad al- Ghazali, fu il fondatore del pensiero estremista sufi. Fu lui, infatti, a sostenere l’apologia di Satana in un esercizio di dialettica.
Dopo, altri cultori del sufismo ne avevano parlato: "L’elemento satanico fu sviluppato da Fatolo che autorizzò gli yazidi, una popolazione asiatica stanziata in Irak, ad adorare il Diavolo" (G. Mendel, Storia del sufismo, cit. in C. Palermo 1996: 115). Questi riti religiosi hanno le loro origini nel XII secolo e sono tuttora praticati in alcune regioni dell’India, della Turchia (da cui proviene l’attentatore del papa, Ali Agca) e dall’Egitto. È bene analizzare la storia dell’Islam perché tra il sufismo di Abu Hamid e il Califfato degli Omayyadi e Maometto vi é uno stretto rapporto di continuità.
Se la Madonna indica il 666 d.C. come l’apogeo di una manifestazione dell’Anticristo vi é una ragione che non é solo teologica, ma anche storica. Infatti il ’sufismo’ si presenta come l’espressione ’ortodossa’ dell’Islam. Dando una scorsa alle vicende storiche, notiamo che nel 656 venne assassinato il terzo califfo Othman, per mano di musulmani ribelli e molto probabilmente con l’approvazione, se non per l’istigazione, di Ali, cugino e genero del Profeta e quarto califfo. Ha luogo poi la guerra spietata tra i due pretendenti al califfato: da una parte Ali e i suoi partigiani che diventeranno gli ’sciiti’, con base in Irak e, dall’altra parte, Muheawiya, cugino del califfo assassinato e governatore di Damasco con i suoi siriani, che finirà per avere la meglio e fonderà la dinastia degli ’Omayyadi’ con Damasco per capitale, fino al 750. Se dai sunniti, ma neanche gli sciiti ne sono indenni, é emerso il culto satanico del sufismo nel dodicesimo secolo, ciò vuol dire che in precedenza questo culto era coltivato in segreto.
Pertanto, da califfo a califfo e da iman a iman, il culto a Satana si può far risalire per una linea occulta a Maometto, passando dalla dinastia degli Omayyadi, dove ebbe il suo massimo apogeo. È qui che punta il dito la Madonna, proprio sulla dinastia degli Omayyadi, ma indicando una parte, la migliore, indica il tutto. È un’affermazione poco ecumenica questa, ma mi trovo in buona compagnia se anche il Papa dopo aver affermato i principi della Nostra Aetate dice: "Chiunque, conoscendo l’Antico e il Nuovo Testamento, legga il Corano, vede con chiarezza il processo di riduzione della divina Rivelazione che in esso sé compiuto. È impossibile non notare l’allontanamento da ciò che Dio ha detto di Se stesso, prima nell’Antico Testamento per mezzo dei Profeti, e poi in modo definitivo nel Nuovo per mezzo del suo Figlio. Tutta questa ricchezza dell’autorivelazione di Dio, che costituisce il patrimonio dell’Antico e del Nuovo Testamento, nell’islamismo é stato di fatto accantonata" (Giovanni Paolo II 1994: 103-104).
Noi ci siamo spinti più in la nell’analisi dell’Islam e siamo giunti a questa conclusione: la religione di Maometto non solo accantona la ricchezza dell’autorivelazione di Dio, ma sostituisce al vero culto di Dio, quello del suo Avversario. Impiega tutti i mezzi, compreso il terrorismo, per ostacolare il culto della Santissima Trinità. E a farne le spese non sono solo i cristiani, ma anche il Papa stesso. Non dimentichiamo che all’attentato del 13 maggio 1981 partecipò un musulmano di incrollabile fede islamica. Carlo Palermo, nel libro citato, presenta una incredibile documentazione da cui si può dedurre la partecipazione all’attentato di una impressionante convergenza di forze anticristiane, come la massoneria, la Fratellanza musulmana fondamentalista, l’ayatollah Khomeyni, l’Olp, il colonnello Gheddafi, la mafia e anche la Cia: leggere per credere.
Pertanto, se la Madre di Dio afferma che nell’Islam vi é una grande manifestazione dell’Anticristo, la lettura che ci indica é una lettura demonologica del fatto storico. L’Islam, dice la Madonna, nega direttamente il mistero della divina Trinità e la divinità di nostro Signore Gesù Cristo. Con un paio di frasi la Madre celeste indica il piano demoniaco dell’opposizione islamica ai misteri di Dio. Ciò non é per niente estraneo alla loro teologia. Vale la pena citare quanto detto da un cristiano apostata, convertitosi all’Islam, Roger Garaudy, che in un libro recente, Promesse de l’Islam (cit. da Messori 1993: 369-372) enumera le divergenze di fondo tra cristianesimo e Islam:
"L’Islam rifiuta la Croce. Per un cristiano, questa costituisce una rivoluzione dell’idea di Dio che, suppliziato, cessa di essere visto secondo l’immagine di un monarca. Ma ciò, per un musulmano, é il massimo della bestemmia;
L’Islam rifiuta l’Incarnazione: nella sua affermazione della più intransigente trascendenza divina (Allah akbar, Dio é sempre più grande di ciò che ne possiamo pensare) non può accettare che si parli di un "Figlio di Dio" e meno ancora di una "Madre di Dio"; 3) l’Islam rifiuta la ‘Trinità’.
Dunque, la Madonna dice bene. Ma più di Garaudy é il Nuovo Testamento che le viene incontro e suffraga quanto Lei dice: "Chi è il menzognero (Maometto, Sai Baba, Russel...) se non colui che nega che Gesù è il Cristo (L’Incarnazione’? L’Anticristo é colui che nega il Padre e il Figlio" (e una formula binaria della Trinità) (1 Gv 2, 22). Potrei fermarmi a questa considerazione biblica, per suffragare quanto detto dalla Madonna ma, per comprendere più in profondità il fenomeno islamico, dobbiamo analizzare le sue primissime origini.
L’Islam sorge da una presunta rivelazione angelica. Maometto afferma che é l’arcangelo Gabriele che gli detta il Corano. Ma se il lettore ha seguito bene l’impostazione demonologica del libro, sa che i demoni si sanno travestire da ’angeli di luce’ (2 Cor 11, 4), e che solo per un dono speciale della sapienza possiamo discernere gli spiriti. Tutti i mistici hanno dovuto conoscere e praticare il discernimento degli spiriti per cautelarsi dalle possibili suggestioni diaboliche. San Paolo illustra ai cristiani i doni dello Spirito, perché non vuole "che restiate nell’ignoranza. Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare verso gli idoli, secondo l’impulso del momento. Ebbene, io vi dichiaro che nessuno che parii sotto l’azione dello Spirito di Dio, può dire che ‘Gesù é anatema’, come nessuno può dire ‘Gesù é il ‘Signore’ se non é sotto l’azione dello Spirito Santo" (1 Cor 12, 1-3).
Nell’azione dello Spirito Santo è compreso il carisma o dono di distinguere gli spiriti. Pertanto ci chiediamo e vi lasciamo la facoltà di rispondere: poteva Maometto, essendo un pagano, discernere gli spiriti buoni da quelli cattivi? E se non conosceva bene le Scritture ebraiche e cristiane (Maometto era un analfabeta, secondo gli storici), e figuriamoci la teologia di queste, come poteva comprendere che quella nuovissima rivelazione fosse un accrescimento o un discredito di quelle? Ed ancora: perché, se egli si considerava un inviato di Dio, un nuovo profeta, non ha prima, visto che non sapeva né leggere né scrivere, consultato le autorità ebraiche e cristiane, per un riscontro’?
E se unanimamente, dopo la cosiddetta predicazione profetica, i veri credenti in Abramo lo confutarono pubblicamente, perché ha insistito con le armi? Quando mai un profeta che predica il verbo di Dio, che é Bontà e Misericordia, ha usato la violenza omicida (gli ebrei della tribù medinese dei Quraiza furono sterminati da Maometto e dai suoi discepoli a sangue freddo, impiegando parecchie ore per sgozzare tutti i maschi adulti)? Può un uomo che si proclama profeta macchiarsi di sangue innocente, e continuare a dirsi e farsi chiamare come tale? A voi l’ardua sentenza.

Nessun commento:

Posta un commento